Chiude il dormitorio per i senzatetto presso la chiesa “Medaglia Miracolosa”: ha accolto più di 60 persone

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di Sabrina Gambaro

Il freddo dell’inverno ha finalmente lasciato spazio alle tiepide brezze di primavera.

Con esso, però, volge al termine anche l’esperienza dell’apertura del dormitorio che ha dato assistenza e vigilanza notturna ai senzatetto della città, allestito con la collaborazione tra la Diocesi ed il Comune di Salerno,

Dalla sera del 7 aprile, infatti, le porte dei locali, gentilmente offerti dalla chiesa della “Medaglia Miracolosa”, sono rimaste chiuse. Un progetto che ha offerto non solo un riparo dal freddo a chi un tetto non lo aveva, ma che ha anche donato nuova forza alle oltre 60 persone che sono state accolte nel periodo più freddo dell’anno. Un dono di speranza e sostegno voluto fortemente, dal consigliere comunale Paola De Roberto e dall’Assessore Nino Savastano e il Settore delle Politiche Sociali, sempre pronti ad ascoltare le fragilità dei loro concittadini.

Poi non verrà mai dimenticato l’impegno profuso dalle persone che hanno nel pratico reso possibile tutto ciò.

A cominciare da don Antonio Romano e don Pierluigi che ogni sera, dallo scorso 18 gennaio e per circa 3 mesi, hanno aperto gli ambienti, al cittadino Antonio Bonifacio, ad Agostino Scialla, presidente del Gruppo “Colline di Salerno” e a tutti i suoi membri che hanno assistito gli ‘ospiti notturni’. A volte, tra una chiacchiera e una risata, hanno anche fornito una sorta di sostegno psicologico aiutando chi voleva riprendere in mano la propria vita per costruirsi un futuro migliore.  

È il caso di “Matteo”, uno dei tanti padri divorziati costretto a trovare riparo nel dormitorio. Dopo aver perso casa e lavoro, i pochi soldi che riusciva a guadagnare con lavoretti occasionali li inviava alla figlia. Non vedeva alcun futuro roseo davanti a sé e oggi, grazie anche ai volontari che prestavano servizio al dormitorio, è riuscito ad alzare lo sguardo verso nuovi orizzonti in Sicilia, per ripartire nella sua terra d’origine.

E così come lui, altri ‘Matteo’ hanno trovato una strada migliore o trovato la forza di dare nuovo impulso alla propria esistenza: la ricompensa più bella per quanto svolto da tutti coloro che hanno creduto in questa iniziativa.

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