Europee 2024: come andrebbe se si votasse ora?

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Secondo le notizie date dall’agenzia ANSA una coalizione europea tra le destre sullo stampo di quella italiana è sempre più vicina a ottenere la maggioranza dei seggi al Parlamento europeo. A rivelarlo è un sondaggio pubblicato mercoledì mattina dall’Ecfr, lo European Council on Foreign Relations in vista delle prossime elezioni europee. Stando al sondaggio infatti al prossimo Parlamento europeo il Partito Popolare europeo potrebbe ottenere 173, ne andrebbero 131 ai socialisti, 98 a Id (il gruppo di Lega AfD e Le Pen), 86 ai liberali di Renew Europe, 85 all’Ecr di Meloni, 61 i verdi e 44 alle sinistre. Sebbene la maggioranza all’Eurocamera potrebbe restare nelle mani dei tre partiti che compongono oggi la maggioranza Ursula ( Ppe, S&d e Renew) “i partiti populisti e antieuropei sono in testa ai sondaggi in nove Stati membri dell’Ue, tra cui Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Francia, Ungheria, Italia, Paesi Bassi, Polonia e Slovacchia, e otterranno il secondo o il terzo posto in altri nove Paesi, tra cui Bulgaria, Estonia, Finlandia, Germania, Lettonia, Portogallo, Romania, Spagna e Svezia”, spiega l’Ecfr. Stando al sondaggio, in Italia, il Ppe, rappresentato in Italia da Fi dovrebbe ottenere 8 seggi, 14 i socialisti del Pd, 8 per la Lega nel gruppo ID, 6 per il Terzo Polo da mandare in Renew, 27 gli eurodeputati meloniani di Ecr, nessun seggio per i Verdi mentre 13 eurodeputati del Movimento 5 Stelle potrebbero andare nel gruppo dei non iscritti. Abbiamo chiesto ad un noto salernitano, esperto conoscitore della politica e dei sistemi elettivi nazionali ed europei, quello che potrebbe essere in termini di percentuali e seggi il risultato più attendibile per il sud d’Italia. Il calcolo è stato elaborato facendo una media tra i sondaggi attuali (valori statistici) ed i risultati (reali) delle ultime elezioni nazionali, al fine di poter elaborare un calcolo predittivo per La circoscrizione elettorale meridionale ( AbruzzoMoliseCampaniaPugliaBasilicata e Calabria). “I risultati” – ci tiene a sottolineare l’esperto – “tengono conto di una variazione in negativo ed in positivo che oscilla tra lo 0,5 e l’1,5% circa che non inficia il risultato finale”. Voti validamente espressi 5.506.327

Seggi assegnati

(N. b. L’ultimo seggio da assegnare dipende dalla distribuzione nazionale dei resti) Anche negli Stati Uniti d’America in base agli ultimi sondaggi ed ai risultati delle ultime votazioni nelle primarie americane, pare ormai sicura la candidatura del repubblicano Donald Trump come sfidante dell’uscente presidente degli States, il democratico Joe Biden. L’occidente pare svoltare decisamente verso una politica meno liberista / progressista in favore di una più conservatrice, probabilmente perché quest’ultima viene percepita dall’opinione pubblica e da alcune categorie economiche come la più qualificata per affrontare i nuovi assetti economici e politici mondiali che l’avvento delle nuove economie emergenti stanno comportando a fronte di una linea progressista liberista che pare si stia rivelando non all’altezza di fronteggiare la sfida dei BRICS (Brasile, Russia, India, Cina  Sudafrica ed in seguito Egitto, Etiopia, Iran ed Emirati Arabi Uniti), il raggruppamento economico – finanziario sorto in contrapposizione a quello di ispirazione americano dominato dal dollaro statunitense. Siamo pronti a scommettere che queste elezioni europee al contrario di tutte quelle precedenti avranno una importanza strategica ed economica notevole; elezioni che come al solito saranno sottovalutate sia dagli elettori che dai candidati, presi, quest’ultimi, dalla foga di voler esser rieletti a tutti i costi e con tutti i mezzi, come abbiamo documentato nei precedenti articoli, senza tenere in alcuna considerazione il ruolo e le responsabilità che avranno nei confronti dell’Italia proiettata in un contesto mondiale dalla acque assai burrascose e belliche che avrà con le elezioni Degli Stati Uniti del 5 novembre 2024 e la probabile vittoria di Trump un nuovo percorso dove l’Unione Europea sarà chiamata a crescere e maturare come Stati Uniti d’Europa o a perire: in parole povere ad abbandonare il percorso fatto fino ad ora di tipo economico finanziario ed intraprendere quello più meramente politico.

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