Il triste compleanno dell’AlmaSalerno «La nostra avventura finisce qui»…per ora

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L’appello del direttore Antonio Peluso agli imprenditori: “Ripartiremo se siete disposti a credere in noi

Allo scoccare dei suoi 20 anni, ecco che volge al termine l’emozionante avventura calcistica (tra gioie e non pochi disagi!) dell’Associazione Sportiva Dilettantistica Alma Salerno C5”.

I piccoli ‘gladiatori’ bianco-granata, che nella sua rosa ha accolto molti giocatori di “Giovane Salerno” dà l’addio ai suoi appassionati tifosi, ma soprattutto alla sua città il cui nome ha portato con orgoglio e a testa alta impresso sulla maglia, in tournée in ogni partita.

È infatti sempre scesa in campo con entusiasmo e mille obbiettivi nel borsone, conquistando con dignità spazi importanti già agli esordi in Serie D nel 2005/06. Ma è nel 2011 che inizia la vera e tanto agognata scalata verso la nazionale sotto la guida tecnica del Presidente Nando Mainenti, ex granata della Salernitana Primavera. Memorabili poi gli anni d’oro della squadra (2012 e 2014) con il doppio salto dalla serie C2 alla B siglato con ben 2 vittorie della Coppa disciplina. 

È stata la nostra più grande soddisfazione”. – afferma il direttore Antonio Peluso che racconta, con viva emozione, quella chiacchierata serale con Mainenti, al Dopolavoro Ferroviario, che portò alla ‘scommessa’: passare in 4 anni in serie B o lasciare. Un ultimatum quasi utopistico al tempo, che non solo è stato conquistato, ma portato a casa perfino un anno in anticipo rispetto al piano originale!

Dopo la vetta l’ardua lotta per la salvezza costellata comunque da soddisfazioni. Ancora forte è la sfiorata promozione in A2 nella combattuta semifinale contro l’attuale “FF Napoli”, ex Fuorigrotta. È proprio l’ultima salvezza, festeggiata poco tempo fa, ad aver siglato la fine di questo percorso che ha ispirato grandi e piccini, nuovi curiosi e veterani nostalgici.

Per noi fondatori ‘Alma’ è anima, tanta passione, tanti sacrifici e duro lavoro.  I giocatori sono come i nostri figli: venivano da fuori regione per onorare la nostra maglia e ne sono stati fieri fino all’ultima partita”. – continua Peluso ricordando poi con affetto quei ‘pezzi di cuore’ che hanno costruito quello di “Alma Salerno” e, purtroppo, venuti a mancare prematuramente. A partire dal socio sarnese Antonio Boccia e l’addetto stampa della squadra Marta Naddei:

Una breve ma intensa esperienza. Marta era l’unica donna in mezzo a tanti ‘maschiacci’, le volevamo bene. Era sempre con noi anche in trasferta: aveva incarnato lo spirito dell’Alma. Sì, la nostra più grande delusione è non aver concluso l’ultima scommessa del 2017, l’A1 in 3 anni, ma è soprattutto per loro che ci è dispiaciuto chiudere”.  

Un rammarico sentito anche nel settore, italiano e non, che ancora non si capacita dell’abbandono della ‘rivale’ dove, negli anni, hanno militato grandi nomi internazionali passati poi serie A, come Salas del Paraguay e il brasiliano Davì. Ecco perché la “delusione è il comun denominatore” dell’ardua scelta di mollare decretata dopo tante ‘emorragie’: gli sponsor mancanti, la non giusta considerazione da parte della città, del Comune e delle Istituzioni. Vani i tentativi di una fusione, scartata per salvare l’identità e il nome della squadra, sua linfa e fondamento. Ferita ancora aperta è l’inadeguatezza delle strutture che, per mancanza di spazi, non solo hanno fatto ‘riporre nel cassetto’ il sogno di aprire una Scuola Calcio, ma hanno creano non pochi disagi:

Nonostante la nostra serietà verso i tesserati e la puntualità nel pagamento degli affitti, spesso dovevamo tracciare noi il campo. Nell’ultimo non abbiamo potuto usare nemmeno le docce perché inagibili: i nostri agonisti sono stati costretti a tornare a casa sudati per lavarsi”. Come ha ricordato Mainenti la goccia che ha fatto traboccare il vaso, però, cela un’amara verità e cioè che a Salerno “fare sport è estremamente complicato”.

Se non sei la Salernitana non sei nessuno– lo appoggia Peluso– “Ho visto tante realtà sparire e altre arrancare. I giocatori di rugby seminano da soli l’erba al Vestuti”. È così che il faro che dovrebbe guidare trainare i suoi marinai, invece, porta in alcuni casi all’abbandono e alla deriva di alcuni di loro. Ma quella dell’Alma è ancora una porta socchiusa su quelle scarpette appese al chiodo, come rivela l’appello del direttore:

Noi siamo disposti a ripartire se qualche imprenditore o appassionato è disposto a credere in noi, a scommettere sul cuore dell’Alma Salerno”.

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