La storia di Cira Celotto, la “donna con le ali” che ha realizzato il suo sogno a Scampia

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Cira Celotto è una napoletana doc. Vive a Scampia, quartiere a lei caro che ha scelto volontariamente di non abbandonare. Scampia rappresenta per lei il desiderio di rivalsa, il coraggio di reinventarsi. Cira è caduta, si è lasciata andare ma è rinata. Ha vissuto la violenza, ha respirato il degrado, ha toccato il fondo. In quella fase adolescenziale il suo peso oscillava tra i 96 ed i 98 chili. Quella ragazzina che viveva un rapporto conflittuale con il suo corpo, aveva trovato nel cibo il rifugio al dolore esistenziale. Un giorno però ha iniziato a cercare dentro sé la forza per riemergere. Ha imparato a volersi bene per se stessa, per il suo compagno ma soprattutto per le donne di Scampia.

Da diverso tempo i riflettori sono puntati sulla sua storia. Ha perso 40 kg per recuperare la sua femminilità, nel 2021 ha pubblicato un libro autobiografico “La donna con le ali” per raccontare alle sue figlie quali sono le priorità etiche e morali per raggiungere traguardi importanti. Inoltre ha girato un cortometraggio dedicato alle donne che frequentano la sua palestra e con cui, quotidianamente, condivide l’esperienza della resilienza. 

Cira che donna sei oggi?

Sono una persona timida, riservata ma allo stesso tempo tenace e determinata. Ho subito violenze e discriminazioni di genere ed oggi collaboro con uno sportello anti-violenza. Sono una donna moderna con valori antichi, amo l’essere e non l’apparire, anche se con il lavoro che faccio potrebbe sembrare una contraddizione ma, per stare bene con gli altri, bisogna amare in primis se stessi ed ogni giorno lavoro con questo obiettivo che è diventato ormai la mia missione.

Quanto è importante l’amore nella tua vita?

L’amore è la stella polare che mi indica il cammino. È proprio con amore e dedizione che ho creato una palestra tutta al femminile l’ASD LE ALI DI SCAMPIA frequentata prevalentemente dalle donne del quartiere. Le aiuto a recuperare l’autostima, a sentirsi valorizzate, a trasformarsi in farfalle. Essere un punto di riferimento per loro mi fa sentire viva.

Quando è iniziata la tua rinascita

Ho iniziato ad amarmi quando ho avuto timore di perdere l’uomo che amo, mio marito. Il cambiamento fisico è diventato una sfida con me stessa. Prima di diventare farfalla pesavo 98 chili. Oggi guardo al passato attraverso una lente nuova, quella del coraggio e spero che le istituzioni mi assegnino definitivamente questo posto, affinché possa ristrutturarlo e rendendolo un porto sicuro per tutti. Mi hanno chiesto di spostarmi in palestre bellissime ma il confronto con questo luogo che, per me, è sinonimo di libertà e di sacrifici, non ha prezzo. Non lo abbandonerei per nulla al mondo! 

Quali sono i tuoi obiettivi futuri

Sogno di pubblicare il mio secondo libro scritto a quattro mani con Alberto Guarino, compagno di tante battaglie. Sogno di creare una linea di prodotti per il benessere e la cura della persona. Sogno tanto ma resto sempre con i piedi per terra. Spero di accompagnare altre donne nel loro percorso di crescita interiore ed esteriore, spero che imparino a volersi bene, perché è questa la chiave di svolta per uscire da situazioni sociali e personali insostenibili.

Le farfalle non riescono a vedere le proprie ali. Non riescono a vedere quanto davvero sono belle. Anche le persone sono così. (Naya Rivera)

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