Luisa, la conturbante bugiarda di Cassone

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Di Davide Bottiglieri

All’indomani della Prima guerra mondiale, a Bologna, una donna dà alla luce la sua bambina.

Proprio come lei, Luisa è figlia dell’amore: cresce cullata dall’affetto dei genitori e dal pensiero di essere destinata a grandi, romantiche avventure. Questa certezza però muore prematuramente insieme alla sua mamma, quando lei ha appena nove anni. Da quel momento in poi le sue giornate sono scandite dagli impegni parrocchiali e dai lunghi pomeriggi con nonna Leonilde, tra odori di antiche ricette e poetici racconti del passato. È proprio la nonna paterna a far germogliare nella giovane il sogno di quei “baci saporiti” che solo un amore puro e senza limiti può dare. Divisa così tra la ferrea disciplina cattolica e l’indole di inguaribile romantica, Luisa finisce per trovare quei baci in una relazione proibita. Un vortice di menzogne distruggerà pian piano ogni suo equilibrio e sistema di valori, portandola alla deriva. “La bugiarda” è una storia in bianco e nero come una vecchia foto, fatta di passione e peccato, vendetta e rimpianto.

Analizzare un testo come quello di Dino Cassone è davvero difficile. Si corre il serio rischio di poggiare la penna sul foglio – o i polpastrelli sulla tastiera del pc, nel mio caso – e rimanere immobili alla ricerca di una direzione da prendere. Quando non si sa da dove cominciare a parlare di un libro, l’autore ha fatto centro. La bugiarda ha questa peculiarità: lasciare senza parole. La storia di Luisa, protagonista del libro di Cassone, è narrata con minuzia e l’autore, con il suo stile sobrio ma efficace, trascina il lettore tra le pagine costringendolo ad assorbire i tormenti che tanto caratterizzano gli intrecci continui che disegnano una vita costantemente in salita.

Con Luisa non ci sono mezzi termini: o si ama o si odia! Personalmente ho provato entrambe le emozioni durante le 150 pagine narranti una storia che lascia l’amaro in bocca. Ho amato la matrice romantica della protagonista che la induce a sognare una vita, ahimè, preclusa. Ho amato il suo modo di vedere l’amore e vivere la quotidianità, improvvisamente scossa dalla prematura perdita della madre, primo dei numerosi traumi che dirotteranno la donna verso una metamorfosi inesorabile, infelice. Ho odiato la sua debolezza, evidente…evitabile. Ho odiato le scelte che ha compiuto, chiaramente sbagliate, ma non per chi manda avanti il cuore in avanscoperta durante un’avventura. Ho amato Francesco, padre di Luisa, nel suo costante quanto vano tentativo di proteggerla dalle crudeltà del mondo. Ho amato i suoi sensi di colpa per aver fallito in un compito che non gli spettava se non per autoimposizione morale. Ho odiato Adriano per il suo egoismo, trovando riscatto nel giusto epilogo della sua storia.

Infine ho amato il libro ma odiato l’autore, perché si è rivelato fin troppo coerente con la sua creatura. Sì, perché anche Dino Cassone è un “bugiardo” a modo suo, presentando personaggi amabili che successivamente modella al fine di farli odiare, nascondendo la loro reale natura fino alla conclusione. Come uno dei protagonisti principali della sua opera, gioca con i sentimenti, lasciando che il lettore si affezioni alla trama o al personaggio, obbligandolo a continuare la ricerca di dettagli sempre più sconcertanti, pur consapevole della struttura a mulinello di una storia via via più intricata messa in piedi al solo scopo di far scivolare chiunque all’interno delle pagine.

Consiglio di leggere La bugiarda? Decisamente sì. Per la storia, per il trasporto, perché chi si interroga su come costruire un buon libro non può far a meno di cercare tra le righe di Dino Cassone.

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