Papà in sala parto

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L’appello di ostetriche e neo mamme: “Abbiamo bisogno del loro sostegno”

L’importanza di avere i “neopapà” in sala parto, a vivere ogni bellissimo e intenso attimo di una nuova vita, ad essere accanto ad una “nuova” mamma che (ri)nasce con il proprio figlio. Sarebbe bello se anche oggi fosse così. E invece il Covid ha – quasi – spazzato via qualsiasi cosa, lasciando donne da sole. Ma a pensare a loro al San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona è la dottoressa Patrizia Santoro, ostetrica, che conosce bene dinamiche e sensazioni e che ha avviato una petizione per riportare i papà al loro posto: accanto alle neomamme. Ma non solo. In questo percorso ci sono le dottoresse che fanno parte dell’associazione da lei fondata e che si occupa di seguire passo dopo passo tutte le mamme, le donne e anche i loro piccoli. Ad oggi sono tante le firme raccolte, con tantissime testimonianze e richieste da parte di chi sta portando avanti una gravidanza in un periodo difficile e poco felice. Ma la vita è più forte, incondizionata e decisa e per questo andrebbe condivisa, sempre.

Dottoressa Santoro, una petizione affinchè venga restituito un “diritto”. Ci parli di questa idea e come è nata. Quali sono le motivazioni – a distanza di un anno e mezzo dall’inizio della pandemia – che tengono ancor fuori dal reparto di ginecologia i neopapà? Eppure dovremmo essere organizzati e preparati ad affrontare il tutto…

“La petizione è partita a febbraio di quest’anno e ha raccolto tante firme. La situazione al Ruggi così come in altri ospedali della Campania è sempre la stessa. L’idea è nata da una mamma in attesa – Serena Stanzione – ed io l’ho sostenuta perché ritengo ingiusto che una donna debba partorire senza il compagno o una persona di sua fiducia. Le tre società scientifiche di Ginecologia (SIGO, AOGOI, AGUI) sostengono le indicazioni dell’OMS e definiscono auspicabile la presenza del partner o di una persona di fiducia al parto della donna. Ma ad oggi a distanza di un anno e mezzo dal Covid 19 la situazione non è cambiata. Si è ancora impreparati ad affrontare il problema e i genitori fanno pressioni perché viene negato un diritto. La possibilità di vivere la nascita del figlio accanto alla propria compagna”.

Quali sono le sensazioni, le emozioni, le paure di una neomamma “di oggi” che si trova ad affrontare da sola il travaglio e il conseguente parto? Quanto è importante psicologicamente avere un uomo e il proprio compagno accanto?

“Per la donna è molto importante il sostegno psicologico del partner o di una persona di sua fiducia perché nel momento del travaglio e del parto ella è più sensibile ed un’esperienza intensa senza i familiari può essere determinante per la crescita del piccolo e la stabilità familiare. Non a caso le paure e la solitudine scatenano stati d’animo particolari che hanno ripercussioni sia sulla persona che sull’intero nucleo della famiglia”.

Quali sono le ulteriori iniziative che metterà in campo come fondatrice e presidente dell’associazione “Salute e Benessere” che si occupa proprio di sostenere le donne?

“In associazione Salute e Benessere il team di esperti di cui fanno parte la dottoressa Simona Vitagliano (Biologa), la dottoressa Nicoletta Perilli (Psicologa), dottoressa Sonia Nazerieh Doula, la dottoressa Teresa Ruggiero (sociologa), la dottoressa Angela La Polla (socio sostenitore), la dottoressa Valentina Ronga (vicepresidente) e tanti altri professionisti stiamo facendo tanta formazione ed esercitazioni pratiche rivolte ai neo genitori per renderli capaci e consapevoli delle loro potenzialità. I percorsi e gli incontri rivolti alle donne e alla nuova famiglia sono sia online che in presenza. Siamo una grande famiglia a sostegno della donna”

Come sarà possibile secondo lei gestire ora i papà e le mamme in sala parto se la petizione dovesse essere accolta? Ci sono già delle idee e come “rispondono” alle sue richieste dal Ruggi?

“I papà possono essere gestiti tramite uno screening e con l’uso dei Dpi. Non è così difficile molte cliniche si sono già organizzate in tal modo. Nei prossimi giorni ci sarà una riunione con i vertici ed i vari medici del dipartimento di Ostetricia e Ginecologia per discutere su tale argomento spero vivamente che si arrivi ad una soluzione in tempi brevi”.

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