di Matteo Maiorano
Martino decise quindi di portar con sé nell’avventura in terra metelliana quindici enfants prodige del Vietriraito. Alla Cavese Martino divenne dirigente generale del settore giovanile e nel 1981 il club blufonce ottenne una sorprendente quanto inaspettata promozione in cadetteria.
Il vicepresidente, il giudice Lamberti, il quale si interessava tra le altre cose anche del mercato, ebbe uno screzio con lo stesso Martino: l’ex patron costiero contestò il fatto che Lamberti, senza convocare alcuna assemblea o fare comunicazioni, portò alla Cavese 9 giovani del settore giovanile della Lazio.
Questi gravavano inevitabilmente sulle spese della società: «Nella riunione gli contestai il fatto di non voler investire sui ragazzi del territorio e di non avermi interpellato sull’approdo in maglia blufonce di calciatori provenienti dalla cantera biancoceleste. Chi comanda qui? Ripetei a gran voce: fu una riunione molto turbolenta, non avevo alcuna intenzione di abbandonare i miei pupilli».
Mentre i rapporti con patron Guerino Amato erano chiari: dopo un paio d’anni i due iniziarono a fare le prime previsioni sul valore tecnico dei diversi atleti. La Salernitana intanto versava in condizioni disperate: patron Paolillo decise infatti di passare il testimone a Antonio Ventura.
Martino decise quindi di ritrattare con la Salernitana: «I granata versavano in cattive acque, non avevano i soldi per iscrivere la squadra. Convocammo una riunione e la Salernitana decise di trattare alcuni calciatori metelliani. La società non riusciva neanche a comporre la rosa: decidemmo di far transitare alcuni giocatori tra le file granata, cedendo 4 atleti in prestito: Bottega, De Biase, Messina e Ferraro, mentre la Cavese acquisì le prestazioni sportive di De Tommasi, attaccante che fece le fortune del club negli anni ’80. Nel sodalizio cavese entrò a far parte anche una vecchia figura del Vietriraito: Gennaro Olivieri, allenatore delle giovanili costiere
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