SALERNO, IL BILANCIO 2021 E LA CITTA’ IN PRE-DISSESTO

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Gentile Direttore,

il Bilancio del Comune per l’anno 2021, approvato nei giorni scorsi dalla Giunta, chiude con un Disavanzo di Amministrazione di € 169.967.402,76, in diminuzione rispetto ai 201,9milioni del 2020. Per questo miglioramento, qualcuno potrebbe pure ritenere infondati gli allarmi sul pre-disseto della Città, se non fosse ben noto che quel dato esprime, apparentemente, uno sbilancio da ripianare piuttosto che un indebitamento da rimborsare. Il disavanzo, infatti, si realizza quando il saldo dei movimenti finanziari positivi e negativi dell’anno, (entrate+crediti da incassare) – (uscite+debiti da pagare), risulta inferiore al totale dei fondi accantonati per rischi futuri a causa di una consolidata eccedenza di spesa rispetto al limite consentito dagli equilibri. Tale eccesso, da riferire sostanzialmente alle voci correnti, visto che gli investimenti sono coperti con mutui e contributi, denuncia la presenza di un assorbimento di risorse a fronte di impegni praticamente privi di copertura e, in tal senso, trasforma il Disavanzo nel ‘marcatore’ della condizione di squilibrio finanziario dell’Ente. E’ una ricostruzione semplicistica, ma così sembra che funzioni.

Nei giorni scorsi, l’Assessora al Bilancio, dott.ssa Adinolfi, ha giustamente dichiarato che il Disavanzo non è prova di pre-dissesto. Va bene. Ma sarebbe stato buono e giusto dire qualcosa anche sulle diponibilità finanziarie e sulle cause delle mancate manutenzioni, del verde senza cure, dell’assistenza che latita, del degrado generale e di altro ancora. Infine, sarebbe stato utile un chiarimento sulla qualità dei crediti, cioè dei Residui Attivi, perché il loro effettivo incasso è il presupposto per non aggravare le condizioni, già complicate, dell’Ente. Così, in mancanza di informazioni, vale la pena fare qualche verifica.

Nel Bilancio 2021, il Disavanzo è pari alla differenza tra il saldo della gestione finanziaria, di + € 266.276.773,93, e il totale dei fondi ‘apparentemente’ accantonati, di – € 433.874.703,89. Nel saldo positivo di € 266,2m., sono presenti Residui Attivi per la cifra ’astronomica’ di € 457.350.467,35 (addirittura quasi pari a tutto il movimento finanziario dell’anno, di € 520,5m.) che, al netto del fondo per il rischio di mancato incasso, pari a € 197.107.813,23, rappresenta comunque una montagna di entrate non riscosse per € 260.242.654,12. Sul fronte opposto, quello dei debiti finanziari e commerciali, il Bilancio denuncia un saldo di € 539.866.310,06, tra cui € 221.713.493,42 per ‘anticipi di liquidità’ (in aumento) assunti per pagare i fornitori ‘commerciali’, e € 95.254.182,32 per i fornitori ancora da saldare. Quindi, pur incassando tutte le partite sospese, non si riuscirebbe a rimborsare i prestiti. Una azienda privata porterebbe i libri in Tribunale. Da tenere in conto che, se è vero che c’è stata una flessione dei debiti rispetto ai 646,9m. del 2020, è anche vero che il miglioramento è attribuito a un ‘riallineamento contabile’ (?) di € 78.125.425,32 (fonte: Relazione pag. 57). Ma, 78m. sono tanti, anche se fossero noccioline. E, comunque, il Bilancio 2020 era ‘sbagliato’?

Per quel che riguarda la qualità dei Residui ai fini del concreto incasso, si legge che nel 2021 ne sono stati cancellati ben € 72.009.809,25 perché non realizzabili (fonte: Relazione, pagg. 32 e 47, ma ci sono valori diversi nel quadro di sintesi, salvo errore). I debitori saranno contenti. E, si rileva che è stato incassato solo il 15% del totale (fonte: Conto Bilancio, pag. 7), più del 10% del 2020, ma pur sempre una inezia. Infine, scorrendo l’elenco delle ben 77 pagine di dettaglio, il lordo di € 457,3 può essere ripartito tra entrate locali, per € 296.597.486,88, e mutui e contributi, per € 160.752.980,47. Il primo gruppo contiene: € 110.545.492,99 per spazzatura, € 55.265.410,14 per multe stradali e sanzioni; € 33.830.326,38 per IMU; € 4.000.000,00 per utili delle partecipate; € 16.578.401,88 per alienazioni; € 28.843.662,45 per proventi del parco di Eboli; € 10.805.559,00 per fitti/canoni; € 36.728.634,04 per altre voci. Stupisce, anzitutto, la presenza di somme ingenti, non incassate, rivenienti da vendite del Patrimonio decise per motivi di ‘somma urgenza’. Né può nascondersi che gli importi almeno per Spazzatura e Multe, risalenti fino al 1999, cioè a 23 anni fa, oltre a metterne in dubbio la ‘credibilità’, almeno parziale, costituiscono una prova inconfutabile dell’assenza di una decisa azione di recupero e può rappresentare addirittura una esortazione all’inadempimento. Forse, è per questo che la spazzatura viene lasciata in giro dappertutto e che le auto sono parcheggiate in doppia e tripla fila, anche sui marciapiedi. Tanto, chi paga? E, comunque, se questi crediti diventano inesigibili e sono ‘stralciati’, è giusto che siano posti a carico della collettività?

Il gruppo dei mutui e dei contributi potrebbe offrire maggiori certezze di incasso se non fossero presenti operazioni dal 1989, cioè da 33 anni. A quella data risale il primo mutuo ‘Impianti sportivi’ di € 2.100.830,60, mentre sono del 1993/97 due contributi per € 4.278.051,72. E, risalgono al 2003-2010 altre operazioni per oltre 17milioni. Se le opere finanziate non sono state eseguite, è possibile ancora realizzarle? O si tratta di ‘numeri’ tenuti in ‘vita’ solo per gli equilibri contabili? E, se si tolgono, come si copre il buco?

Per tutto questo, ma anche per altro, il decreto ‘Aiuti’ e lo scudo offerto contro le responsabilità, anche patrimoniali, sembrano una opportunità di cui approfittare. Ovviamente, saranno i cittadini a pagare l’addizionale Irpef fino al 2permille, e altro ancora, perché, come è stato detto, “i buchi nei conti nascono in loco, e in loco vanno chiusi” (cit.). Ma. la chiarezza della procedura e il rientro ‘guidato’ possono almeno assicurare la certezza di un auspicato risanamento che possa infondere fiducia nei giovani sul futuro della Città. In ogni caso, dopo aver già perso molti ‘beni comuni’, senza averne colpa, i cittadini avrebbero diritto ad essere informati davvero sulle condizioni del Bilancio, che raccoglie il sacrificio di tutti, mentre leggono di provvedimenti per risparmi di spesa e nuove tariffe Tari a collaterale di assicurazioni sull’assenza del pre-dissesto. Purtroppo, sembra sia più facile che un cammello passi per la cruna di un ago.

Alfonso Malangone – Ali per la Città

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