San Cipriano, lettere minatorie, l’ex sindaco Gennaro Aievoli rinviato a giudizio

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“Il Giudice dell’Udienza Preliminare del Tribunale di Salerno ha disposto il rinvio a giudizio per il consigliere Gennaro Aievoli. Il processo inizierà il 21 giugno 2023 dinanzi alla Seconda Sezione Penale. Il Comune di San Cipriano Picentino, assistito dall’Avv. Michele Tedesco, si è costituito parte civile”. Ad annunciarlo è il sindaco di San Cipriano Picentino, Sonia Alfano. “Il consigliere Aievoli è stato accusato dai Pubblici Ministeri, D’Alitto e Saba, che hanno condotto le indagini, del reato di cui all’art. 338 c.p. perchè avrebbe minacciato l’Amministrazione Comunale, mediante lettera anonima indirizzata all’assessora Ferro Mafalda Domenica, che si doveva dimettere dalla maggioranza e passare al gruppo misto; e per il reato di sostituzione di persona (art. 494 c.p.) perché l’imputato avrebbe, sotto falso nome presentato numerose denunce e segnalazioni su presunti abusi edilizi e asserite omissioni di atti d’ufficio, dirette al Comando Stazione Carabinieri di San Cipriano, alle Procure di Napoli e Salerno e al Comando dei vigili Urbani di San Cipriano Picentino. Le complesse attività d’indagine, realizzate anche mediante la visione delle registrazioni delle telecamere di sorveglianza degli uffici postali dai quali venivano inviate le missive a mezzo raccomandata, sono state quindi ritenute idonee a disporre il rinvio giudizio del consigliere Aievoli. Il 2021 è stato un anno difficile per l’amministrazione comunale che ha avuto un attacco frontale su tutti i campi, dovuto a diverse lettere anonime riguardanti la sfera privata di componenti della maggioranza e l’attività amministrativa, che miravano alle mie dimissioni o allo scioglimento del consiglio. Ma nonostante tutto io e la mia maggioranza abbiamo cercato, senza fermarci e farci intimorire, di mantenere gli impegni presi nel 2019, e dare un chiaro messaggio che chi lavora nell’interesse della comunità non ha paura di nulla. La scelta dell’Amministrazione Comunale di costituirsi parte civile si fonda, appunto, sulla convinzione che debba sempre censurarsi ogni comportamento calunnioso e minatorio che possa pregiudicare l’operato dell’Ente e turbare il buon andamento della Pubblica Amministrazione. Non è tollerabile alcuna minaccia (da qualunque fonte essa provenga) diretta ad ottenere le dimissioni di chi oggi amministra il Comune solo grazie al voto dei cittadini.
Noi andiamo avanti”, conclude.

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