Speranza ad Eboli per Mario Conte: “SSN modello di cui essere orgogliosi”.

0
333

“L’ SSN è un modello di cui essere orgogliosi che va difeso con le unghie e con i denti, e di cui vado orgoglioso”. Così il ministro della Salute Roberto Speranza è intervenuto questa mattina ad Eboli in occasione di un incontro – dibattito organizzato dal candidato primo cittadino Mario Conte. Il capo del dicastero alla salute si è a lungo soffermato nel suo intervento sul ruolo del sistema sanitario nazionale nella ripresa post-pandemica. “Ci sono grandi paesi del mondo in cui se una persona sta male o ha assicurazione o ha una carta di credito o non si cura – ha aggiunto Speranza sottolineando l’importanza dell’universalità delle cure applicata in Italia – La prossimità deve essere la chiave della riforma dell’SSN, non deve essere il cittadino a inseguire il servizio sanitario nazionale ma esso va portato il più possibile a livello di vicinanza”. La priorità dovrà essere dunque l’assistenza domiciliare: “Dobbiamo diventare il primo paese d’Europa per assistenza domiciliare, superando Grecia e Svezia e puntando sulla sanità digitale – ha aggiunto Speranza, che ha poi aggiunto dei riferimenti alla situazione politica locale esprimendo il suo supporto a Mario Conte – Eboli e la piana del Sele vanno connessi a questa sfida senza precedenti, ed è importante mettere in campo una proposta civica che ha un orizzonte democratico forte, di lavoro per i diritti, di rispetto per la comunità”. Alle parole di Speranza si sono aggiunte quelle del deputato ebolitano di Leu Federico Conte, che ha ricordato: “In un momento molto particolare per il Paese, dopo i disordini di Roma, il Ministro della Salute, Roberto Speranza, ha mantenuto il suo impegno ed è venuto a Eboli per ragionare di un nuovo modello sanitario, che parta dai territori e metta al centro il cittadino. Ne abbiamo discusso, in una assemblea molto partecipata, al cinema Italia, con il candidato sindaco Mario Conte, e altri importanti relatori. Salute di prossimità per la buona vita, è il tema che proponiamo: significa che l’ospedale deve divenire l’ultima istanza della cura; prima vengono i servizi domiciliari, poi quelli integrati di territorio, con le case della salute, infine le strutture complesse. Invertire il paradigma dal piccolo al grande, per avvicinare i servizi al cittadino e migliorare così efficienza ed efficacia della cura. È un progetto politico complessivo, che parte dalla salute ma arriva a una nuova idea di rapporto tra il globale e il locale, tra lo Stato e i territori, con un ruolo centrale dei comuni, proprio quei comuni da cui domenica prossima, giorno del ballottaggio, può completarsi un lavoro di profondo rinnovamento”.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here