Torna il Noir in Festival

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IlRAYMOND CHANDLER AWARD va allo scrittore americano Harlan Cobe.

Di Davide Bottiglieri

Inizia finalmente la XXXII edizione del Noir in Festival, appuntamento attesissimo tra gli appassionati, chesi svolge a Milano dal 3 all’8 dicembre tra l’ormai tradizionale quartier generale di Università IULM, il Cinema Arlecchino della Cineteca di Milano, la Libreria Rizzoli Galleria. Tre momenti significativi del festival avranno quest’anno altrettante prestigiose sedi: un luogo identitario della città come la Casa del Manzoni che apre le sue porte ai cinque scrittori finalisti del Premio Giorgio Scerbanenco il 3 dicembre, quando la giuria presieduta da Cecilia Scerbanenco designerà il miglior romanzo noir italiano dell’anno, consegnato da un maestro del genere come Maurizio De Giovanni; la Multisala Eliseo che ospita la serata inaugurale della manifestazione; lo spazio CinéMagenta63 dell’Institut Français di Milano che ospita l’omaggio a Bertrand Tavernier e al nostro festival gemellare Quais du Polar a Lione.

Questa scelta”, dicono Marina Fabbri e Giorgio Gosetti, “testimonia da un lato la volontà di collaborare con alcune delle più prestigiose istituzioni milanesi, nello spirito di un festival diffuso che ricerca settori diversi di pubblico così come è del DNA della manifestazione, dall’altro si inserisce in una rete culturale vivace ed esistente, frutto della collaborazione tra il Comune di Milano e la rete dei festival e delle rassegne culturali in città”.

Così ad aprire il concorso internazionale è il nuovo film di Alessio Cremonini, Profeti, che segue, con una svolta inattesa, la drammatica prigionia di una giornalista italiana nei campi militari dell’ISIS. L’altro film della prima giornata è Silent Night di Camille Griffin, con Keira Knightley e Lily-Rose Depp.

Sono tredici i film della selezione ufficiale, tra l’altro tutti in anteprima italiana: dall’iraniano Subtraction di Mani Haghighi a Sashenka di Alexander Zhovna, un thriller ucraino di sapore hitchcockiano. Seguono Steven Soderbergh, Kimi,con Zoë Kravitz, prossimamente su Sky e NOW, l’inglese Enys Men di Mark Jenkin, il coreano Hunt di Lee Jung-jae (esordio nella regia per l’amatissimo anti-eroe della serie Squid Game) e il francese Bowling Saturne di Patricia Mazuy, energica denuncia del femminicidio in forma di thriller. Si prosegue con una delle più attese anteprime dell’anno, My Name is Alfred Hitchcock, la nuova opera di quel genio della cinefilia che è Mark Cousins (The Story of Film: An Odyssey, Marcia su Roma), il canadese Viking di Stéphane Lafleur (paradossale satira sul tema del vero e del falso, autentica rivelazione dell’anno dopo il festival di Toronto), La niña de la comunion di Víctor Garcia (reduce dal trionfo al festival di Sitges). Infine un piccolo gioiello di cinefilia dedicato al genere con RAGTAG di Giuseppe Boccassini, che meritava una platea di appassionati dopo l’apparizione veneziana. A chiudere il Noir in Festival 2022 sarà invece il mélo noir più bello dell’anno, Decision To Leave di Park Chan-wook, vincitore della Palma d’oro per la migliore regia all’ultimo festival di Cannes.

A realizzare l’immagine ufficiale del 32° Noir in Festival è stato Paolo Bacilieri, uno tra i più noti artisti di graphic novel, con all’attivo prestigiose collaborazioni (da Coconino press a Rizzoli, da Panini Comics a Casterman, da Hollow Presse a Sergio Bonelli Editore), e numerosi riconoscimenti, tra cui il Gran Guinigi a Lucca Comics 2006, il Premio Boscarato miglior libro italiano 2012 a TrevisoComics e il Premio Micheluzzi 2015.

Nomi di prestigio, dunque, anche nell’assegnazione dell’ambito Raymond Chandler Award, destinato allo scrittore americano Harlan Coben. Il Premio, fondato su iniziativa della giornalista Irene Bignardi nel 1988, istituito in accordo con il Raymond Chandler Estate, fondazione facente capo agli eredi di Graham Greene, è il maggior riconoscimento italiano alla carriera di un maestro del genere letterario thriller e noir. Tra gli autori premiati negli ultimi anni ci sono Margaret Atwood, Jo Nesbø, Jonathan Lethem e John Banville.

Harlan Coben, nato a Newark, New Jersey nel 1962, è laureato in scienze politiche e ha un passato da giocatore di basket. Vincitore dei prestigiosi Edgar Award, Shamus Award ed Anthony Award, i suoi romanzi, oltre una trentina tradotti in ben 45 lingue, sono diventati best seller negli Stati Uniti, in Inghilterra e in Francia e hanno venduto oltre 75 milioni di copie nel mondo. Nel 2021 Longanesi pubblica in Italia, con unanime successo di critica e pubblico, il romanzo Fuga: la pubblicazione rappresenta l’ingresso dell’autore nel catalogo Longanesi che prosegue con The Stranger (2022) da cui è tratta la serie TV Netflix omonima. Tra i precedenti romanzi (pubblicati da Mondadori): Non dirlo a nessuno (2001), Svaniti nel nulla (2003), Suburbia Killer (2006), Estate di morte (2008), Senza lasciare traccia (2012).

Grande attesa anche per l’incontro con Maurizio De Giovanni, presentato da Luca Crovi, fresco di pubblicazione dell’ultimo libro sul commissario Ricciardi, dal titolo “Caminito” ed edito da Einaudi.

È il 1939, sono trascorsi cinque anni da quando l’esistenza di Ricciardi è stata improvvisamente sconvolta. E ora il vento d’odio che soffia sull’Europa rischia di spazzare via l’idea stessa di civiltà. Sull’orlo dell’abisso, l’unico punto fermo è il delitto. Fra i cespugli di un boschetto vengono ritrovati i cadaveri di due giovani, stavano facendo l’amore e qualcuno li ha brutalmente uccisi. Le ragioni dell’omicidio appaiono subito oscure; dietro il crimine si affaccia il fantasma della politica. Con l’aiuto del fidato Maione – in ansia per una questione di famiglia –, Ricciardi dovrà a un tempo risolvere il caso e proteggere un caro amico che per amore della libertà rischia grosso. Intanto la figlia Marta cresce: ormai, per il commissario, è giunto il momento di scoprire se ha ereditato la sua dannazione, quella di vedere e sentire i morti.


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