Melendugno Capitale.

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A occhio e…Croce

di Fabio Croce

Correva l’anno 2018, una forza politica caratterizzò fortemente la sua campagna elettorale sulla decisa contrarietà alla realizzazione in Puglia, precisamente nella bellissima Melendugno, dell’infrastruttura Tap, attraverso la quale, arriva dall’Azerbaijan il 10% circa dell’attuale fabbisogno interno di gas naturale.

Gli attivisti urlavano rischi sulla ricaduta ambientale e turistica del territorio, promettevano barricate, garantivano un’intransigenza a oltranza una volta arrivati in Parlamento.

Questa promessa elettorale garantì un’affermazione elettorale ampiamente maggioritaria, tanto da consentire agli stessi attivisti in trincea di passare dai megafoni di San Foca alle poltrone del Governo.

La prima linea sbiadisce, l’intransigenza si trasforma, le promesse diventano premesse, si abbassa lo sguardo, si dà più di un pizzico sulla pancia, la trincea diventa salottiera, la lotta non è più di piazza ma di palazzo, si passa dai bermuda al doppiopetto: le promesse elettorali si scontrano con l’amara realtà dell’arte di Governo.

Una volta nel palazzo, gli stessi attivisti autorizzano l’infrastruttura, sulla cui contrarietà avevano giurato sull’onore e ottenuto larghi consensi dai cittadini pugliesi e da tutto il meridione. A memoria, ricordo che abbiano vinto in ogni collegio del Sud.

L’infrastruttura si realizza, le urla diventano smorfie, la trincea si spopola, la realtà dimostra che quell’infrastruttura non solo ora è necessaria, non solo ha un potenziale maggiore, ma di fatto non ha compromesso nulla. Continua a rifornire l’Italia del gas necessario, in particolar modo in un periodo storico di pesanti criticità sulle materie prime energetiche, alla luce degli scenari internazionali in atto.

Cosa sarebbe accaduto se l’Italia si fosse piegata alla paura, all’ideologismo esasperato, alla strumentalizzazione della cittadinanza? Cosa sarebbe accaduto ora, se non si fosse realizzata?

È la dimostrazione che a volte si va oltre, non si guarda alla luna ma al dito che la indica.

È la cruda consapevolezza di una classe dirigente inadeguata. Senza la tap, l’attuale situazione energetica sarebbe ancora più critica per le nostre famiglie e per le tante attività e imprese.

Da pochi giorni, Melendugno è di nuovo bandiera blu. È una realtà che ha saputo coniugare progresso e bellezza naturale. È un luogo bellissimo, dalle spiagge meravigliose e nulla ha scalfito l’unicità del posto e del popolo, anzi!

La comunità di Melendugno ha reso un servizio essenziale all’Italia, ma soprattutto ha rappresentato un esempio, un punto di svolta, un nuovo inizio per un dibattito politico meno ideologizzato, meno strumentale, scevro da steccati e rendite di posizione.

Ho avuto il piacere di trascorrerci del tempo, a lavori ultimati, di apprezzarne la bellezza del posto, un mare incantevole e una comunità ospitale.

Si riparta, quindi, dalla Tap. Che possa fare scuola. Si riparta da Melendugno.

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