Aggredita la figlia di Grassadonia. La mamma: “Follia intollerabile”

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A meno di due giorni dalla sfida tra Pescara e Salernitana, la figlia di Gianluca Grassadonia è stata aggredita a Salerno. 

Un’azione violenta che ha emotivamente distrutto l’allenatore salernitano. “È una vergogna” ha commentato il tecnico, sbigottito e amareggiato dall’aggressione subita dalla figlia Paola, di appena 18 anni, a pochi passi da casa. Grassadonia avrebbe deciso di trasferire la famiglia a Pescara già a partire dalle prossime ore.

Un gesto, questo, che non fa onore alla città di Salerno, che con la vera tifoseria e lo spirito sportivo non ha nulla a che vedere, verificatosi proprio quando il popolo granata è pronto ad unirsi per festeggiare un traguardo inseguito da ventitré lunghissimi anni.  

L’U.S. Salernitana 1919 stigmatizza e condanna i comportamenti intimidatori ed offensivi messi in atto in queste ore da qualcuno nei confronti dei familiari dell’allenatore del Pescara Calcio: “Una partita di calcio, pur se importante e decisiva, resta tale e non può scatenare simili manifestazioni di violenza verbale. Tutto deve restare nell’ambito della vicenda sportiva e sul rettangolo di gioco”.


In un post su Facebook la signora Annabella Castagna, moglie di Gianluca Grassadonia e madre della diciottenne Paola, aggredita ieri sera nei pressi della sua abitazione, aggiunge ulteriori dettagli alla brutta vicenda: “Dopo cinque giorni di minacce e insulti dirette alla nostra famiglia, la follia consumatasi questa sera è intollerabile. Nostra figlia, appena diciottenne, è stata minacciata e aggredita con spintoni e calci affinché il papà capisca… Tutto questo per una partita di calcio. Ci auguriamo che questi criminali, ben lontani dall’essere tifosi, vengano identificati al più presto, anche perché questa è la prima volta in cui il bersaglio della violenza è stato un componente della nostra famiglia. Ringraziamo tutti coloro che ci hanno mostrato solidarietà in queste ore così tristi e concitate, ma ci sembra chiaro, ora più che mai, che la nostra vita continuerà lontano da Salerno. Ci auguriamo che civiltà e rispetto possano divenire prerogativa di tutti”.

Non è la prima volta che Grassadonia è vittima di violenza nella sua storia professionale, anche se in precedenza il bersaglio era stato lui stesso negli anni Novanta, quando era calciatore. La famiglia Grassadonia ha sporto regolare denuncia.

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