Guarini: “Quello che doveva accadere è accaduto”

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di Cesare Guarini

Una sconfitta pesantissima e annunciata quella perpetrata dai vertici di Italexit per l’Italia con Paragone, una sconfitta che dovrebbe far riflettere sulla responsabilità che si è assunto il Partito nell’adozione delle scelte dell’ultimo minuto e sull’importanza del lavoro e dei sacrifici, purtroppo non ripagati, al popolo delle piazze, a tutte quelle persone che in molti casi hanno perso il lavoro a causa delle restrizioni o perché, più semplicemente, si sono esposte manifestando pubblicamente il proprio dissenso anche se in maniera civile e pacifica.

Scelte che richiedono, oltre a competenza e professionalità per essere evitate, anche una buona conoscenza del territorio. Nella nostra provincia abbiamo assistito ad una vera e propria debacle territoriale, con un misero 1.2 e 1.6 ed in molti casi, in alcuni comuni, anche molto al di sotto della soglia dell’1% fino ad arrivare a non prendere alcun voto.

La totale mancanza fisica di una Campagna elettorale, candidati risultati come fantasmi in un territorio dove le persone vogliono l’approccio diretto, nascosti prevalentemente dietro i social media, dove soprattutto al Sud Italia hanno una percentuale di utilizzo nella popolazione over 50 tra le più basse, l’offerta politica monotematica che non ha intercettato e convinto gli elettori (composta prevalentemente da spot propagandistici come quelli dell’era Grillina contrari a qualsiasi cosa) e senza una reale ed imminente soluzione in tasca, hanno decretato la fuoriuscita dal Parlamento del Segretario Nazionale.  

Gli Italiani non dimenticano facilmente e allo stesso modo difficilmente perdonano!

Per chiudere il quadro, i vari accordi di collaborazione, prima con Alternativa, come abbiamo visto finito in malo modo, poi con Casapound hanno creato molta confusione e scetticismo, pregiudicando il lavoro della base militante della prima ora, dove si sono registrati immediati e numerosissimi abbandoni dei maggiori esponenti politici con la successiva chiusura di diversi circoli provinciali e cittadini, innescando conseguentemente un cambio di opinione sulla credibilità del Partito di Paragone facendo così riversare i consensi su altre forze politiche, soprattutto su quelle di centro destra così da avere la certezza di scardinare la politica fallimentare e deleteria della sinistra progressista.

In particolar modo il consenso, derivante dalla totale sfiducia maturatasi con l’ultimo governo di alleanza giallorossa, ha trovato il suo naturale percorso alle urne premiando la coalizione più forte che potesse dare l’addio definitivo a tutte quelle forze politiche che hanno attuato manovre disastrose per il nostro Paese limitando le libertà costituzionalmente garantite senza raggiungere alcun risultato accettabile in termini di economia, sanità, sicurezza e via discorrendo.  

L’unica chance per scongiurare il fallimento poteva trovarsi in un accordo di larghe intese con gli altri neopartiti del dissenso; accordo che non c’è stato quasi sicuramente a causa di un affidamento troppo elevato ai sondaggi degli ultimi giorni e quindi per un’eccessiva certezza nel riuscire singolarmente nel raggiungimento dell’obiettivo elettorale.     

Tale unione, risultante fattibilissima sotto il profilo tecnico e politico, era stata proposta da diversi mesi dalla quasi totalità delle forze dissenzienti e fortemente voluta da tutti coloro (commercianti/sanitari/docenti etc.) che negli ultimi due anni sono scesi in tutte le piazze d’Italia per chiedere la difesa dei diritti primari, la libertà di scelta e la difesa della Costituzione del 1948, non è stata mai presa seriamente in considerazione e per questo gli elettori non hanno voluto risparmiare questa scelta disunita che alla resa dei conti, come abbiamo avuto modo di constatare dai risultati elettorali, avrebbe visto eletti almeno una decina di Parlamentari.

Insomma, un vero e proprio fallimento Politico che poteva essere evitato. 

I territori pesano eccome, i voti non sono mai espressione del singolo, ma di una collettività.

Quello che doveva accadere è accaduto (Purtroppo!)

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