«Il nostro Vietri-Raito? Che impresa decidere il nome!»

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di Matteo Maiorano

«Sarebbe stato conveniente investire in una sola società che potesse rappresentare la nostra amata Vietri e tutte le sue frazioni. Eravamo tra le maggiori personalità del mondo costiero, gli unici a credere in questo sport in tutte le sue sfaccettature: i giovani, allora come oggi, rappresentavano il motore del calcio».

A quel punto la proposta fu recapitata a Peppe Palma tramite Raffaele Del Forno, suo stretto collaboratore: «Lo sparatore, come amichevolmente veniva soprannominato Del Forno, disse a Palma della mia intuizione. Avevo già compreso l’importanza dell’incontro che stavamo per fare; io e Andreozzi eravamo consapevoli di quanto Palma avesse a cuore le sorti del calcio e dell’importanza che rivestiva il gioco per il territorio. La fusione sarebbe avvenuta, in un modo o nell’altro».

Il lavoro per la nascita di una nuova realtà, nata dall’intreccio tra A.c. Vietrese e A.c. Raito, ebbe luogo presso l’hotel Raito: «Palma fu subito d’accordo, l’unico intoppo nacque al momento del nome da dare alla nuova società della Divina. Io volevo confermare il nome Vietrese, mentre Palma spingeva per inserire nella denominazione anche Raito, sostantivo omonimo della struttura alberghiera e della frazione di Vietri sul Mare».

Il risultato dell’incontro portò quindi alla soluzione di Vietri-Raito, nonostante Andreozzi storcesse il naso a riguardo: «Non era d’accordo, perché lui aveva chiamato la propria squadra Marina, in questo modo perdeva ogni sorta di continuità con il suo amato club. Ma dopo qualche giorno, convinto anche dalla bontà del progetto, accettò a cuor sereno il nome proposto». Presto fu composto anche lo staff dirigenziale: «Presidente del Vietri-Raito divenne Peppe Palma, mentre Andreozzi fu nominato vicepresidente, io invece ricoprii l’incarico l’amministratore delegato».

(2.continua)

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