L’inchiesta su Mercatini e Villaggio e la telefonata per non far pagare la Tosap

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Da Zoccola anche possibili riferimenti alla prima indagine del 2016 sugli eventi natalizi del comune di Salerno. All’epoca furono acquisite dalla Dda anche le dichiarazioni degli esponenti dell’opposizione

La Dia aveva acceso i riflettori nel dicembre del 2016, sui tre aspetti oggi al centro delle indagini sul “Sistema Salerno”, una già sfociata con arresti e indagati per la gestione delle cooperative sociali affidatarie, per anni e anni, senza gara, di servizi di pulizia e manutenzione del verde pubblico. Uno dei filoni di una più complessa indagine che ha impiegato nel tempo tutte le forze di polizia giudiziaria, direzione investigativa antimafia compresa. Le dichiarazioni di Vittorio Zoccola, il dominus del sistema delle coop, finito in carcere qualche settimana fa, pare che stiano ricostruendo anche altre vicende, sempre già sotto le attente luci della Procura della Repubblica di Salerno. Fatti e circostanze che toccano le ‘seconde fila’ del cerchio magico deluchiano, impegnate in questi anni nella gestione di Palazzo di Città. Ci sono in particolare gli eventi di Na- tale, tra cui i Mercatini di Buongiorno Italia e il Villaggio di Babbo Natale i cui atti amministrativi finirono tra le prime acquisizioni del movimentato Natale 2016. Il Villaggio di Babbo Natale ha un suo padre: la coop San Matteo e in particolare Ales- sandra Francese, prima dei non eletti della lista “Progressisti per Salerno” e moglie di Gianluca Izzo, oggi ai domiciliari per la divulgazione degli audio nel giorno delle elezioni comunali. Izzo, tra l’altro, è stato al vertice della cooperativa ‘San Matteo’ e compare in qualche intercettazione con Zoccola all’interno dell’ordinanza del Gip di Salerno. Sugli eventi del Natale 2016 galeotta fu una telefonata intercettata tra un esponente politico dell’epoca (della giunta) e il responsabile di una iniziativa natalizia per un esonero del pagamento sulla tassa dell’occupa- zione del suolo pubblico. Poi le interrogazioni consiliari da parte del- l’allora opposizione che venne ascoltata dagli inquirenti nei primi mesi del 2017. Una attività proseguita, poi, anche a Palazzo di Città dalla commissione trasparenza guidata dall’avvocato Antonio Cammarota. Fatti che da anni sarebbero all’attenzione della Procura della Repubblica e che potrebbero ora trovare riscontro nelle dichiarazioni di Zoccola, difeso dall’avvocato Michele Sarno, già candidato sindaco del centrodestra alle ultimissime elezioni che nei prossimi giorni potrebbe ritrovarsi davanti alla scelta tra la professione e la politica, risolvendo la questione di opportunità sollevata dai suoi stessi alleati. Verbali che re- stano, naturalmente secretati, così come gli ulteriori atti giudiziari con all’interno intercettazioni ambientali, telefoniche, carte e documenti. Quest’ultimi acquisiti durante le perquisizioni che si sono svolte nel corso degli anni fino alla mattina degli arresti di Zoccola, Savastano e Caselli (questi ultimi due ai domiciliari).

I dubbi di Napoli sul prosieguo e il ‘commissariamento’ di Bonavitacola.

L’attesa e l’indecisione dell’opposizione: ‘Aspettiamo come va a finire’.

Fin qui la cronaca giudiziaria di una vicenda in via di evoluzione, causa di un vero e proprio terremoto a Palazzo Guerra. Più complesso l’aspetto politico, che al momento, assumerebbe un ruolo centrale, nei giorni in cui restano in piedi solo sindaco e giunta (della quale mezza finita al centro delle polemiche) in attesa di proclamare il nuovo Consiglio comunale. Ma andiamo per ordine. I dati oggettivi vedono da giorni un Palazzo di Città chiuso alla stampa e una giustificazione debole da parte dell’amministrazione comunale. Poi un sindaco sfuggente, la cui indagine a suo carico, pare che gli abbia creato, comprensibilmente, qualche difficoltà, al punto di accarezzare più volte, compreso negli ultimi giorni, l’idea di dimissioni, bocciata naturalmente, in tutte le sue occasioni dal governatore Vincenzo De Luca che a sua volta al Comune avrebbe mandato come supervisore il suo braccio destro Fulvio Bonavitacola. Ma se Atene piange, Sparta non ride. La questione resta sempre politica, con le forze di op- posizione che, per ora, restano sparpagliate e ancora non pronte ad una eventuale nuova ondata politica – giudiziaria. Tutti alla finestra, in attesa di vedere che succede o come andrà a finire.

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