Mare e turismo a sud di Salerno tra il porto sbarrato e privato e il Pip nautico al palo

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di Andrea Pellegrino

A Sud la città del mare stenta a decollare. Dal porto “Marina d’Arechi” fino al tramonto del Pip nautico, la zona della litoranea salernitana, oltre all’oggettivo stato di degrado, non brilla di prospettive future. Almeno al momento. Chiuso, sbarrato, privato, il “Marina d’Arechi” è stato al centro di polemiche ed è finito più volte all’attenzione della commissione trasparenza a guida Antonio Cammarota il cui intervento è nuovamente sollecitato dal consigliere comunale Roberto Celano. «Rammento che l’opera in questione nasceva da una sinergia pubblico/privato e che allo stato è stata realizzata la parte privata dell’intervento e stentano completamente a decollare le opere che hanno un pubblico interesse e che erano previste in bando (ponte di Calatrava, boulevard, anfiteatro, etc.)», spiega Celano: «Inoltre, che l’area demaniale laddove è sorto il porto privato è di fatto incredibilmente chiusa (come non avviene in nessun’altra città) all’accesso dei cittadini, tant’è che allo stato la sensazione è che una parte rilevante della fascia costiera sia stata “ceduta” ad un privato e che dalle suddette opere la città non abbia avuto alcun beneficio». Infine incalza il capogruppo di Forza Italia: «Anche la mancata realizzazione del porto ha modificato di fatto lo skyline della costa, con il formarsi di una spiaggia che rappresenta un ulteriore vantaggio per il privato. A ciò si aggiunge che l’Amministrazione sembrerebbe allo stato inerte rispetto alla mancata realizzazione della parte pubblica dell’intervento e che in campagna elettorale, rilevante è stato l’apporto di esponenti della famiglia dell’imprenditore, perfino con l’allestimento di una lista, alla causa del “sistema”». Poi il Pip Nautico con una nuova sentenza del Tar che sostanzialmente accoglie il ricorso dei Cantieri Gatto, annullando le ingiunzioni del Comune verso la società per la “sottoscrizione dell’atto di trasferimento del lotto destinatole in area P.I.P. per la cantieristica nautica”. Al momento per i giudici amministrativi, non c’è una “assegnazione di lotto idoneo, dotato di accesso e di collegamento per il varo e l’alaggio delle imbarcazioni, adeguato, cioè, a consentire la prosecuzione dell’attività”. Dunque, “che la pretesa del Comune di obbligare la società al perfezionamento del trasferimento del lotto e al versamento del prezzo non trova idonea causa giustificativa nell’accordo sostitutivo sottoscritto tra le parti, essendo rimasto frustrato l’interesse al conseguimento di in idoneo ambito insediativo per lo svolgimento dell’attività da parte della ricorrente”. Insomma il Pip nautico, per ora, non esiste.

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