Quando leggi e sentenze non bastano all’autismo

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Quelle che sono semplici norme che tutelano diritti, molte volte restano disattese, generando, consapevolmente o inconsapevolmente, veri e propri disagi, soprattutto tra i fragili. Se poi, anche le sentenze non vengono rispettate, diventa davvero difficile capire. La storia è di una ragazza autistica, Giorgia, che quest’anno ha varcato la soglia di un istituto scolastico superiore. Un nuovo contesto, nuove abitudini, nuovi compagni di studi. Dunque una immaginabile situazione inedita che stando alle norme e alle sentenze, avrebbe dovuto essere accompagnata, in seguito ad una concertazione tra Asl, Comune, scuola e Miur, al fine di favorire l’inserimento ed il percorso nella nuova scuola da specialisti e da una adeguata presenza di insegnati di sostegno. Ed invece, il papà, così come già avvenuto in precedenza, nonostante una legge sull’autismo, nonostante le istituzioni e il corretto percorso fatto si è dovuto rivolgere nuovamente alla giustizia, ottenendo 30 ore di sostegno e 16 di assistente all’autonomia e alla comunicazione. Il tutto aggravato dai vari sistemi che intercorrono tra i diversi enti e da una assurda lentezza o non conoscenza da parte del Comune di Salerno nel recepire le istanze, soprattutto quelle che appartengono ai fragili. Dopo molteplici esposti e cause civili e amministrative, la ragazza è riuscita ad ottenere una parte dei suoi diritti: Miur obbligato a fornire 30 ore di sostegno, come da sentenza del Tar. Numeri, soprattutto riguardo all’assistenza scolastica che non si sono ancora del tutto concretizzati, nonostante l’avvio dell’anno scolastico e i conseguenti disagi per la giovane Giorgia ritrovatasi senza figure di riferimento e con una scuola disponibile ma non pronta. Questo nonostante l’impegno della famiglia che mesi prima aveva richiesto quanto dovuto e stabilito dalle norme. Ma ad inizio ottobre nulla sembra essere cambiato e, a quanto pare, fino a quando non ci sarà un intervento deciso e risolutivo da parte delle Istituzione, se cambierà qualcosa è solo grazie all’intervento fisico ed economico delle famiglie. La legge sull’autismo c’è, solo che il più delle volte viene disattesa con i vari enti che agiscono in maniera scoordinata. L’autismo non vuole approssimazione ma un progetto globale attraverso un intervento che copra i vari settori della vita: dalla casa alla scuola, ai luoghi pubblici, il più delle volte inaccessibili o comunque non funzionali. Più che la legge, pare che quel che non sia stato ancora compreso sono i disagi che vivono le persone affette da questa patologia e l’intera famiglia.

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