Salvatore Borriello: “Vi racconto il mio teatro”

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di Luana Izzo*

Oggi con enorme piacere ospitiamo nella nostra rubrica un attore, regista, formatore, un autore, un uomo poliedrico e ricco di contenuti che lavora con passione in ambito teatrale da tanti anni, Salvatore Borriello. Muove i primi passi nel mondo dell’arte a Napoli negli anni Settanta, poi molla tutto per trasferirsi a Salerno, precisamente a Roccapiemonte. Nell’Agro partecipa e da’ vita a diverse realtà teatrali ed oggi, è di- rettore artistico dell’Officina Teatrale “Le Anime Ribelli” e del gruppo teatrale Libero & I Suoi – Ass. “Amici di Villa Calvanese” a Castel San Giorgio, oltre ad aver aderito all’As- sociazione Culturale Fedora , movimento culturale di Rocca-piemonte.

Salvatore, come nasce la passione per il teatro?

«Il Teatro per me era l’appuntamento televisivo, rigidamente bianco e nero, della commedia di turno di Eduardo De Filippo che la TV trasmetteva nel periodo natalizio, in verità neanche gradivo. Un giorno un mio collega m’invitò ad assistere ad una sua rappresentazione teatrale e per “dovere”, decisi di andare. Rimasi affascinato, e come per “magia” nella scena finale, un personaggio che con fatalismo incontrava la morte catturò la mia attenzione, mi scosse e mi rimase un nodo alla gola. Era un altro modo di fare teatro, l’attore poteva reinventarsi la vita di volta in volta. Man mano che vivevo realtà teatrali ho avuto l’opportunità di sperimentare e soddisfare l’esigenza maniacale di formarmi con laboratori, stage e corsi con “ottimi maestri come Pasquale De Cristofaro, Luigi Gozzi e Marinella Manicardi del Teatro delle Moline di Bologna, Cilles Coullet (teatro Danza), Francesco Silvestri , Teatro Potlach di Fara Sabina.. Tutto quello che imparavo come “alunno” lo trasmettevo come “maestro” ai miei “apostoli” con umiltà».

Lei ha rivestito con successo il ruolo di attore ma poi ha voluto dedicarsi alla regia e alla scrittura..

«La figura del regista è necessaria per dare vita ad una “favola”. Mi identifico (e identifico ogni regista) come “l’architetto dei sogni “ . Le mie prove con gli attori, i veri “carpentieri dei sogni”, sono un continuo laboratorio teatrale: improvvisazione e ricerca del personaggio sono alla base della creazione del falso-vero del nuovo sogno. Ho sempre preferito mettere in scena testi miei. La scrittura per me rappresenta uno strumento di rivolta, di rabbia, di protesta, di libertà, di riflessione, di crescita sociale, di verità, di menzogna, di condivisione. Ad oggi ho scritto e allestito oltre 50 testi miei».

Il lavoro che più le è rimasto dentro?

«Non saprei assolutamente scegliere , potrei dire forse “La Gatta Cenerentola” per l’empatia che si creò tra me e gli attori, oppure “Anime Ribelli” dove gli attori/personaggi hanno svelato i nostri pensieri condivisi senza pudore. La verità è che sono innamorato di ogni mattone che ha reso possibile una esperienza creativa».

Progetti futuri?

«Avevamo in progetto di andare in scena ad Aprile con “La morte della memoria”, purtroppo per difenderci da un nemico invisibile abbiamo dovuto rimandare. Restiamo a casa per di- fenderci e difendere: tutto passa ed anche questo passerà e torneremo più carichi di prima per regalare emozioni».

*officina teatrale “Primomito”

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