Sit-in al comune, lavoratori coop: “Rischiamo il posto da fine mese”. Rispoli (FIADEL): “Il Prefetto intervenga”

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Quinto giorno di sit in tra i portici di Palazzo di Città per i dipendenti delle cooperative sociali.
Il sindacalista Fiadel: “Verificare con urgenza le prospettive occupazionali dei lavoratori”

Quinto giorno di sit-in sotto i portici del comune da parte dei dipendenti delle cooperative sociali coinvolte nell’inchiesta giudiziaria che sta travolgendo da due settimana Palazzo Guerra. I lavoratori delle otto coop a cui sono affidati i lavori di manutenzione del patrimonio comunale, secondo la Procura riconducibili all’imprenditore Fiorenzo Zoccola, detto Vittorio, il ‘dominus’ che riusciva a vincere gli appalti pubblici grazie ai legami stretti con politici e funzionari pubblici, hanno chiesto un incontro al Prefetto di Salerno Russo al fine di avere rassicurazioni sulle “garanzie occupazionali” e di essere ricevuti dal primo cittadino, finora l’assente numero uno nella confusione generale di questi giorni in cui è piombata la città di Salerno. Nell’inchiesta, tra i 29 indagati (tra cui anche il sindaco Enzo Napoli), sono finiti agli arresti domiciliari l’ex assessore alle politiche sociali e consigliere regionale Nino Savastano e il dirigente comunale Luca Caselli. In un documento indirizzato all’Amministrazione comunale, ed anche al Prefetto, il segretario della FIADEL provinciale Angelo Rispoli ha richiesto di “verificare le prospettive occupazionali dei lavoratori delle cooperative sociali” perché “tale situazione riveste carattere d’urgenza per l’elevata tensione sociale e si fa appello al senso di responsabilità”. Ad oggi, dal comune non è arrivata nessuna comunicazione ufficiale. Il sindaco e la sua giunta si sono trincerati dietro un apparente silenzio stampa, interrotto solo ieri da un comunicato in cui si elencavano le attività sulle quali il nuovo governo cittadino avrebbe mosso i passi nelle prossime settimane. Ma, finora, assicurano i dipendenti “nessuno è venuto a dirci qualcosa, eppure li vediamo passare la mattina di qua senza degnarci di una parola”. C’è chi sta continuando a lavorare avendo ricevuto regolarmente le mensilità degli ultimi mesi e chi è preoccupato per “i pagamenti bloccati che rischiano di creare problemi economici a decine di famiglie che sono monoreddito” afferma Luigi, tra i dipendenti delle coop sospesi dal lavoro da circa una settimana. “Noi siamo lavoratori socialmente svantaggiati, abbiamo bisogno di lavorare perché chiediamo solo questo. Da lunedì fateci ritornare a lavoro, qualcuno ci dica come comportarci” prosegue sempre Luigi.
“All’ex parco Salid si continua a lavorare, teniamo aperto il parco da anni e ci occupiamo delle attività di giardinaggio, manutenzione e di custodia dell’area – dice Salvatore conosciuto da tutti come ‘Sasà’ – io ho ricevuto anche l’ultimo pagamento dello stipendio ma sono qui per vicinanza ai miei colleghi che rischiano di perdere il lavoro a fine mese per chi è in scadenza. Qualcuno è stato messo anche in ferie ma non vengono comunque pagati”. Ma per altri lavoratori la situazione, purtroppo, è incerta e sembra “che stiamo chiedendo l’elemosina quando il lavoro è un diritto e noi vogliamo continuare solamente a svolgere il nostro compito” dicono sollecitati dalla consigliera Elisabetta Barone che ha convocato una conferenza stampa al Bar Umberto, di fronte alla Questura, ma non ha potuto non recarsi davanti al comune e parlare alle persone in presidio in attesa di una risposta da parte delle istituzioni. “Siete la prima che si è fatta vedere qua” hanno sottolineato i dipendenti della coop ‘Terza Dimensione’ e della ‘3 S.S.S.’, tra le società finite nell’inchiesta e che fanno capo a Zoccola. “Tutti i presidenti delle cooperative sono indagati e devono stare fuori comune quindi non abbiamo nessuno che ci possa dare una indicazione precisa” spiegano mentre fanno fronte comune, con le rispettive rappresentanze, presidiando costantemente Palazzo di Città. In bilico c’è il futuro di circa 170 lavoratori che raggiungono le 200 unità compresi dirigenti e presidenti delle cooperative. Molti dei lavoratori sono anche soci delle cooperative, nel frattempo sono stati nominati dei presidenti pro-tempore ma la situazione non sembra sbloccarsi. “Attendiamo che lunedì il Prefetto ci riceva, abbiamo scritto questa carta affinché ci possa ascoltare” la speranza dei lavoratori che, in modo pacifico, continuano a rivendicare l’attenzione dell’amministrazione comunale per essere stabilizzati.

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