UN SALERNITANO AL TIMONE DEL TRIBUNALE ARBITRALE DELLA NAUTICA

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L’Avvocato Alfonso Mignone presiede il nuovo Organismo a cui, sull’intero territorio nazionale, potranno essere devolute le controversie inerenti il settore nautico
di Mirko Cantarella
Il diritto marittimo, nella specifica sua branca inerente alla nautica da diporto e alla portualità turistica, parla salernitano: infatti il neonato Tribunale Arbitrale della Nautica, sezione della Camera Arbitrale Internazionale, Organismo tra i più rinomati nel panorama nazionale nel settore dell’Arbitrato, è sotto la direzione dell’avvocato salernitano Alfonso Mignone, esperto di diritto della navigazione e dei trasporti.
D: Avvocato come nasce l’idea di istituire un Tribunale Arbitrale della Nautica?
R: L’idea, concordata con il Presidente della Camera Arbitrale Internazionale, il dott. Rocco Guerriero, che ringrazio per la fiducia accordatami, nasce dall’esigenza di rispondere alle “lacune” della Giustizia Ordinaria. Infatti i giudici a cui vanno assegnate le cause che hanno ad oggetto controversie marittime sono privi della preparazione tecnica necessaria alla risoluzione di tali questioni.
Nel nostro Paese non solo in alcuni Tribunali (Salerno non fa eccezione purtroppo!) non sono stati istituiti Albi con Consulenti Tecnici Marittimi ma non esistono Giudici specializzati né è presente il Diritto della Navigazione e dei Trasporti tra le materie oggetto della preparazione al Concorso in Magistratura. L’effetto è che le disposizioni processuali del Codice della Navigazione sono sconosciute ai più!
L’Organismo si pone l’obiettivo di entrare in questo mercato con la sicurezza di operare in tempi brevi, con la competenza specifica degli arbitri giudicanti nella materia del contendere, l’efficacia della sentenza arbitrale (il Lodo) equiparata a quella civile, una maggiore autonomia conferita alle parti di decidere le regole del procedimento, a costi contenuti e senza dover più attendere le lungaggini della Giustizia Civile.
Ci siamo perciò dotati, per operare su tutto il territorio nazionale, di un Regolamento, di una Segreteria (che risponde a quella della Camera Arbitrale Internazionale) e di un Consiglio e non trascureremo la formazione nel settore per aspiranti Arbitri e Periti Nautici.
D: Perché in un Paese come il nostro che è bagnato dal Mare si riscontrano queste problematiche?
R: In primis una questione di cultura. Nonostante la presenza massiccia di porti e di traffico marittimo l’Italia sta lentamente perdendo la sua “marittimità” e anche la Giustizia ne risente.
Il paradosso è che dal Medioevo all’Età Moderna esistevano i Consolati del Mare, tribunali specializzati composti da esperti non necessariamente giureconsulti, che si occupavano di dirimere questa tipologia di controversie. Questa figura di “Giudice Speciale” la ritroviamo anche nelle Tavole Amalfitane, la legislazione marittima della Repubblica Marinara più vicina a noi geograficamente.
D: Quali saranno le materie di competenza del Tribunale Arbitrale della Nautica?
Il mondo della nautica ormai prevede il ricorso all’arbitrato all’interno dei clausolari contenuti nei contratti di utilizzazione delle unità da diporto ed il bisogno di avvalersi di perizie contrattuali a tutela di un mercato sempre più competitivo. Con la progressiva diffusione di una tale formula alternativa alla risoluzione della lite le singole aziende della filiera, e quindi tanto i cantieri costruttori, quanto gli importatori e i rivenditori di zona, così come alcuni porti turistici, prevedono quasi tutti clausole che prevedono un arbitrato. Noi vogliamo rispondere a queste esigenze.
L’Organismo è formato da avvocati, docenti universitari di diritto della navigazione, personale della marina mercantile nonché personale militare in quiescenza e tecnici navali.
Grazie a questo team di esperti avremo competenza su compravendita, leasing e comodato; costruzione, riparazione, rimessaggio, alaggio e varo; locazione, noleggio e altri contratti atipici del turismo nautico; ormeggio, rimorchio, recupero e traino; sinistri marittimi; rapporti di lavoro tra armatori e marittimi del diporto; applicazione del regolamento dei porti turistici; perizie contrattuali.
D: A proposito: nella Provincia di Salerno qual’ è lo stato di salute della Nautica?
R: Potenzialmente siamo un Hub turistico naturale ma è da rivedere il sistema della portualità turistica sia a livello infrastrutturale che a livello di servizi. Non è stato fatto abbastanza per alzare il target dell’accoglienza secondo me. Dal punto di vista delle imprese, bene il trend a partire dal charter nautico per finire alla cantieristica, abbiamo sicuramente delle eccellenze e la fortuna di operare su un territorio costiero tra i più gettonati del Pianeta a patto che, però, a livello nazionale si risolva la spinosa problematica delle concessioni demaniali turistico – ricreative che interessa oltre che i Balneari, anche il mondo degli Operatori Nautici, e che a livello locale vengano messe al più presto a regime infrastrutture vitali come l’aeroporto Salerno/Costa d’Amalfi.

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