Cronaca di una sconfitta annunciata, la nuova armata Brancaleone

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di Luigi Cerciello

Il centro destra si avvia a delle sonore batoste in questa tornata elettorale che vede molte amministrazioni importanti (Roma, Napoli, Torino, Milano) in scadenza di mandato un po’ in tutta Italia: ma cosa ha provocato questo ribaltamento che vedeva un centro destra vincente un po’ ovunque non più di un anno fa?

Certamente, anzi sicuramente, il covid, la pandemia sono stati più che determinanti: ma perché?

Semplicemente perché hanno mostrato tutti i limiti del centro destra e colpa dei leaders è stata quella di non essere stati in grado di comprendere il momento piuttosto che impelagarsi in diatribe interne e continuare a cercare di cavalcare il sentiment momentaneo come prima della pandemia.

Eppure di campanelli d’allarme assordanti ne hanno avuti eccome, basta pensare alle regionali in Campania dove un Vincenzo De luca era dato largamente perdente e che invece, ha saputo abilmente manipolare con la sua caricatura da sceriffo l’emergenza covid mentre gli avversari gli servivano su di un piatto d’argento la vittoria con il loro tira e molla sul candidato unico Stefano Caldoro prima bruciato e poi recuperato: peggio non si poteva fare per perdere. Per non parlare della recentissima figuraccia che rimarrà negli annali della storia italiana della mancata presentazione a Napoli delle liste a sostegno del magistrato Catello Maresca con tanto di variopinte scuse (la pezza è peggio del buco); ed ancora il continuo tira e molla, snervante per i candidati e deludente per gli elettori, Su Roma e Milano. Purtroppo queste vicende non hanno insegnato niente al centro destra; non si comprende che in certe circostanze “ubi maior minor cessat” e questo vale non soltanto per la caratura dei personaggi ma anche per le situazioni in essere che diverranno ed a cui noi, poveri mortali, non è dato sapere ma di cui ne patiremo le conseguenze.

Ecco quindi che il limite di una destra litigiosa male organizzata attenta non all’organizzazione interna e territoriale dei partiti ma ai posizionamenti personali ed al soddisfacimento di alcuni gruppi di potere, con dirigenti e funzionari (quei pochi che ci sono) dediti prevalentemente alla causa (loro) spesso privi di esperienza qualificante, porta inevitabilmente ad una mancanza di gioco di squadra, questo sì vincente, che gli avversari non tralasciano mai quando si tratta di andare al voto. Inoltre si continua a non voler colmare un gap atavico: c’è un centro destra che, colpevolmente, quasi per nulla è presente negli ambienti della stampa e della comunicazione ne valorizza i pochi professionisti che ha all’interno: di fatto se non fosse per Berlusconi il centro destra non avrebbe alcuna voce pubblica.

Per finire poi con la solita magistratura ad orologeria che guarda caso sempre sotto elezioni si attiva con le sue azioni e gole profonde pronte a dare in pasto ai media il solito politico di turno che ingenuamente ha peccato di superbia.

Più in generale la mancanza di organizzazione, di logistica e di struttura, il non avere uomini in grado di affrontare l’imprevisto e manco di saperlo riconoscere né di valorizzare i pochi uomini validi anzi di farli scappare via; campagne elettorali improvvisate, incerte, con una comunicazione altalenante che farebbe impallidire qualunque Spin doctor (Spin doctor?) porta inevitabilmente alla più classica delle commedie italiane: l’armata Brancaleone.

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