La fase di pretattica

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La fase delle trattative è quella della pre tattica. Tutti cercano un posizionamento sullo scacchiere cittadino. Il muro deluchiano è già bello alto, consolidato e si avvia verso la riproposta dello schema progressista con Enzo Napoli riconfermato come candidato sindaco. All’interno delle civiche (Progressisti, Campania Libera e Salerno per i giovani) ci sono da sistemare solo alcune posizioni. Anche l’area Verde – oggi rappresentata dal gruppo di Michele Ragosta ­sarebbe stata sostituita al momento dalla nascente formazione guidata dall’ex consigliere regionale Dario Barbirotti. Una nuova casa, insomma, per chi non vorrà seguire Ragosta (è il caso di Antonio Carbonaro ma anche molto probabilmente di Gerardo Calabrese) che attualmente siede sul tavolo che propone Michele Tedesco. Sul fronte dell’anti soffiano venti di guerra, di veti, di fuoco amico e di spaccature. Il disegno di una maxi coalizione che possa giocarsi a pari condizioni la disputa elettorale con la corazzata deluchiana sembra che sia decaduta prima ancora di nascere. D’altronde le regole (quelle poche rimaste in ambito politico)sarebbero completamente saltate nella confusione che regna tra civismo, partiti e società civile, associazionismo e così via. Le fughe (indotte) in avanti di Michele Tedesco pare che non abbiano sortito al momento nessun passo in avanti. Anzi, le prime dichiarazioni dell’avvocato penalista, pronto a scendere in campo avrebbero spaccato il tavolo del centrodestra, con la fuga di Fratelli d’Italia mentre la seconda mossa (con l’investitura ricevuta dal gruppo Oltre, in pratica i consiglieri ex maggioranza Napoli) avrebbero raffreddato il tavolo di quel che resta del centrodestra. Il risultato è che al momento i candidati sindaci e gli schieramenti aumenterebbero invece di diminuire. Imporre il vestito di civismo in una coalizione che contiene i partiti non è cosa semplice, soprattutto se alla base mancherebbero ancora le linee programmatiche per disegnare la nuova città che si contrapponga a quella deluchiana. Il detto che tra la copia e l’originale si scelga sempre il secondo è sempre valso a Salerno. Ipotizzando i candidati in corsa, sicuramente ci sono Michele Sarno (con il sostegno di Fratelli d’Italia, rientrata anche in Consiglio comunale con l’adesione di Pietro Stasi) e Antonio Cammarota con le sue consuete liste civiche. Entrambi potrebbero ancora pescare nel mondo del centrodestra, non fosse altro che lo schema originario, alla berlusconiana maniera, sia tramontato. O almeno in questa fase di pretattica. Nulla esclude che nell’ambito di una ripartizione regionale non passi la linea Cirielli con l’imposizione, insomma, del candidato Fdi in città, quindi di Michele Sarno. Se così fosse i piani degli alleati dovranno essere rivisti. Soprattutto quelli di Forza Italia che vive una profonda frattura interna con l’ala della Carfagna pronta a ritornare protagonista nelle scelte cittadine. Più volte Casciello, deputato azzurro e vicino alle posizioni del Ministro per il Sud, ha contestato metodo, merito e candidature fino ad ora avanzate, sollecitando un azzeramento del quadro e un riavvio delle trattative che tenga conto anche degli altri comuni al voto, quindi di Battipaglia ed Eboli. Poi c’è la Lega che al momento manterrebbe solida la barra dritta su Dante Santoro. L’Udc di Polichetti e Salzano ha lanciato l’ultimatum ma le prossime mosse, considerata la confusione in atto, sono ancora tutte da stabilire. Il tempo sostanzialmente non manca e sorprese e colpi di scena sono dietro l’angolo. L’unica certezza a metà aprile è che l’avventura di una maxi coalizione si è arenata. Poi in politica tutto può succedere. E guardando la genesi del governo Draghi, ora più che mai.

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