Battipaglia dice No, Lidia D’Angelo: lavoratori di Alba a rischio con l’inserimento di Battipaglia nel subambito Picentini

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di Marcello D’Ambrosio

Lidia D’Angelo, in rappresentanza del comitato Battipaglia dice No, interviene sulla vicenda legata all’adesione del comune di Battipaglia al subambito dei Picentini, quando, secondo D’Angelo, la collocazione della città sarebbe stata nel subambito Piana del Sele. Tra le altre conseguenze causate da questa situazione c’è quella legata alla società partecipata dal comune di Battipaglia, Alba, che a questo punto sarebbe a rischio, come come a rischio è il destino dei suoi dipendenti. “Il 13 agosto a Pontecagnano c’è stata una riunione tra i Sindaci che fanno parte del subambito dei Picentini e Battipaglia per decidere: quale sarebbe stato il comune capofila
e come organizzare la gestione del servizio di spazzamento, raccolta, trasporto e gestione delle infrastrutture a servizio della raccolta.
Cosa è stato deciso? Che il Comune capofila sarà Pontecagnano, che la individuazione del soggetto gestore sarà effettuata mediante apposita procedura di gara od in alternativa mediante costituzione ex novo di apposita società, escludendo l’utilizzo di società partecipate già utilizzate a qualsiasi titolo da uno o più Enti partecipanti al SAD (Alba).
A questa riunione l’amministrazione di Battipaglia non ha partecipato e non abbiamo ancora capito il perchè, eppure le decisioni da prendere erano importanti. In altre realtà il comune capofila del Sad è il comune più grande. Noi ancora una volta non abbiamo saputo mostrare l’ autorevolezza necessaria a far emergere il nostro ruolo di comune più grande a sud di Salerno. Quella dei subambiti è una storia lunga che viene da lontano e ci vede esclusi dal subambito della Piana del Sele che sarebbe stata la nostra naturale collocazione. Per intercessione divina siamo poi stati inseriti in un secondo momento nel subambito Picentini. Ma questo anziché facilitare, per il nostro comune, la gestione dei rifiuti si sta rivelando una Caporetto. Da tempo ci siamo trascinati i debiti della nostra partecipata e adesso che sembrava tutto risolto quale sarà il destino della società e dei suoi dipendenti? Quello che secondo me stiamo rischiando è che questi subambiti si avviino ad essere solo dei meri carrozzoni politici come lo sono stati i vecchi consorzi di bonifica e che, soprattutto, stiamo perdendo l’occasione per una redistribuzione degli impianti di trattamento rifiuti in base alle esigenze dei singoli territori e secondo i principi di efficienza ed economicità. Che senso potrebbe avere portare il nostro umido a Pontecagnano quando abbiamo praticamente sul nostro territorio un impianto di compostaggio?”

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