Estate 2020:i numeri delle vacanze post lockdown

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Casa dolce casa è proprio il caso di dire. La pandemia ha inevitabilmente condizionato i programmi degli italiani nella pianificazione delle vacanze. Solo il 46% farà una vacanza (con un calo di quasi il 20% rispetto al 2019), mentre la maggioranza (circa 32,5 milioni di persone, il 53,7% della popolazione) resterà a casa principalmente per motivi economici (45,8%), per motivi familiari (33,7%), per impedimenti di salute (31,5%), per paura di nuovi contagi (19,5%), per impegni di lavoro, connessi al fatto che l’azienda non chiuderà dopo la chiusura forzata (6,7%) e per mancanza di ferie, utilizzate nel periodo di lockdown (2,1%). Questo è ciò che emerge dall’indagine previsionale sulle vacanze degli italiani dell’Osservatorio di Federalberghi realizzata con il supporto tecnico dell’Istituto ACS Marketing Solutions. “Dopo una primavera all’insegna del blocco totale – dichiara Bernabò Bocca presidente di Federalberghi – l’estate stenta ad ingranare la marcia, con segnali di ripartenza a dir poco timidi e rilevabili solo in una parte del mercato. Giugno è stato penalizzato dalle incertezze post‐lockdown, luglio sta vedendo i primi movimenti degli italiani e degli stranieri, ma siamo ben lontani dai livelli degli anni passati. A complicare il quadro interviene il blocco totale di alcuni mercati che esprimono una importante capacità di spesa (americani, russi e cinesi)”.“Le imprese continuano a soffrire e a lottare – conclude Bocca – ma in assenza di interventi urgenti molte potrebbero non farcela. Ribadiamo dunque le misure che è indispensabile adottare se si vogliono salvare le imprese e i posti di lavoro: prorogare la cassa integrazione sino a fine anno, ridurre il cuneo fiscale per le aziende che richiamano in servizio il personale e completare le misure sull’IMU e sugli affitti, da estendere nella durata ed applicare a tutte le imprese alberghiere. Senza dimenticare che alla riapertura ci dovremo confrontare con un mercato internazionale ancor più competitivo ed occorre quindi incentivare la riqualificazione delle strutture, approfittando di questo periodo in cui molte aziende sono purtroppo vuote”. Ma quanti andranno in vacanza e per quanto tempo? È in netta diminuzione il numero degli italiani che hanno trascorso o trascorreranno una vacanza fuori casa durante il periodo estivo, dormendo almeno una notte fuori casa. Circa il 46,0% della popolazione, pari a 27,8 milioni di persone, tra maggiorenni (21,1 milioni) e minorenni (6,7 milioni), ha già fatto una vacanza nel mese di giugno o si appresta a farla nei mesi di luglio, agosto e di settembre. Rispetto all’estate 2019, quando gli italiani in vacanza furono 34,6 milioni, mancano all’appello 6,8 milioni di persone, facendo registrare un calo del 19,7%. Si riduce del 10% la durata media della vacanza principale (9 notti contro le 10 del 2019). Si dimezza il numero di coloro che faranno da 8 a 14 giorni di vacanza (16,9% vs 34,0%), con un travaso pressoché speculare verso coloro che passeranno da 4 a 7 notti fuori casa (da 41,8% a 57,1%) o si potranno permettere un week end o poco più (da 5,2% a 7,8%). Cala anche il numero di coloro (2,0% contro il 9,4% del 2019) che, oltre alla vacanza principale, durante l’estate faranno anche delle vacanze brevi. La vacanza sarà più breve perché il budget è ridotto (60,6% degli intervistati), perché parte delle ferie è stata consumata durante il periodo di lockdown (59,8%), perché si dovrà lavorare, in quanto l’azienda quest’estate non chiuderà (16,1%). Rispetto alle mete preferite, emerge che il 96,2% degli italiani che ha effettuato o effettuerà una vacanza nel corso dell’estate rimarrà in Italia, per un totale di 26,7 milioni di persone. Anche se, complice il coronavirus, la quota di coloro che rimangono in Italia è cresciuta rispetto all’84,1% del 2019, il saldo è tragicamente negativo, con una diminuzione in valore assoluto di 2,4 milioni di persone. Il 2,8% andrà all’estero, mentre l’1,0% è ancora indeciso. Il mare si conferma la meta preferita dagli italiani, seppur in flessione rispetto allo scorso anno (77% vs 71%), seguita dalla montagna (9,5%) e dalle località lacuali (5,4%). Disastroso il bilancio delle città d’arte e delle località termali, con un calo superiore al 70%. Ma c’è ampio spazio per le attività “ritrovate” e considerate “sicure”. Durante la vacanza principale gli italiani si dedicheranno a passeggiate (63,3%), escursioni e gite per conoscere il territorio (53,7%), serate in compagnia di amici (49,9%), pranzi e cene al ristorante (48,7%), drink con gli amici (47,9%). Rispetto allo scorso anno, invece, saranno molto meno frequentati eventi enogastronomici (6,8% vs 35,3%), visite al patrimonio artistico (6,4% vs 26,8%: monumenti, siti di interesse archeologico, musei e/o mostre) ed eventi tradizionali e folkloristici(2,8% vs 21,8%) e spettacoli musicali (0,4% vs 21,8%). In conseguenza del coronavirus, i vacanzieri rinunceranno alle serate in discoteca o nei locali notturni (25,7%) e ad andare al cinema o a teatro (20,6%). Il 31,9%, invece non ha intenzione di rinunciare a nessuna attività. Per la scelta della località di villeggiatura gli italiani si lasciano guidare nel 49,3% dei casi dalla ricerca delle bellezze naturali del luogo, nel 38,7% dalla facilità di raggiungimento della località, nel 31,1% dalla voglia di relax, il 30,9% ritorna nella stessa località degli anni passati. Fin qui, l’ordine in classifica ricalca quello dell’anno scorso, ma la pandemia ha cambiato alcuni dei criteri di scelta della destinazione vacanziera: hanno guadagnato punti in classifica la vicinanza (28,3% dei rispondenti) ed il rapporto qualità‐prezzo (13%). Al contrario, hanno perso posizioni la ricchezza del patrimonio artistico/monumentale (11,4%) e l’esclusività della località (8%). E la chiamano estate.

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