La Salernitana perde (troppi) treni: la Signora ringiovanisce e i granata sprofondano all’Allianz

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La Salernitana al cospetto della Vecchia Signora Juventus è un “nano” davanti al gigante Gulliver. Ma la consapevolezza c’era, forse la visione di una partita che rappresentava il tutto per tutto è mancata. Ma il coraggio (forse) no, quello mai. La spregiudicatezza di giocarsela a viso aperto rischiando molto di più – a tratti – non c’è stato. Tra le mancanze e le lacune, salvando il buono che c’è stato e il “salvabile” rimpiangendo e “maledicendo” un passato che ha segnato i granata, gli uomini di Davide Nicola sono scesi in campo…troppo tardi. La Salernitana è già nata in ritardo – a prescindere – sulla tabella di marcia di un campionato che non aspetta e va troppo veloce e adesso lo è ancora (purtroppo). Piacerebbe che la Bersagliera fosse in anticipo per la retrocessione in serie B, quello decisamente: ma i tempi stringono, anzi tempo non ce n’è più. Nonostante i jolly che assumono il volto di Venezia ed Udinese (due partite in meno per la Salernitana da recuperare) la salvezza in massima serie è un miraggio. Le motivazioni andrebbero ricercate in un passato che nessuno vuole ricordare ma è importante sottolineare: il treno granata porta troppi minuti (e punti) di ritardo sul binario della serie A. Andavano messi punti in cassaforte durante altre partite, contro altre squadre forse più alla portata. Ma bisogna giocarsele tutte. Oggi, davanti a 586 tifosi ospiti che hanno intonato cori – ininterrottamente – all’Allianz Stadium la Salernitana cade ancora, perdendo punti sulla strada, vedendoli scivolare via da un finestrino di quel treno. Contro la Juventus di Allegri, Djuric e compagni sprofondano sotto le reti di Dybala e Vlahovic, che in meno di mezz’ora segnano i due gol che valgono la vittoria dei bianconeri, costringendo in una morsa asfissiante la Salernitana che alza per un attimo la testa soltanto nella seconda fase di gioco, quando mister Nicola prova a spostare gli equilibri e le linee di una formazione titolare un po’ azzardata. Ma non basta. Finisce 2 a 0 a Torino, tra le incertezze e i “perchè”, i “se” e i “ma”. Ma con i se e con i ma non si fa la storia. Adesso c’è una sosta per riflettere, forse per riordinare le idee che andranno verso una direzione diversa si spera: chissà che la testa non sia rivolta all’alto o le braccia rivolte al basso…della classifica.

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