SALERNO, LA CITTA’ DI MARE DEL TURISMO “INVERSO”

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Di Mirko Cantarella

L’avvocato Alfonso Mignone, salernitano, esperto in diritto della navigazione, dei trasporti e del turismo è da poco stato insignito della delega “portualità e turismo” nel comitato cittadino di Forza Italia. E’ intervenuto in esclusiva su un tema molto discusso e divisivo in città: le politiche sul turismo.

Avvocato è ancora possibile parlare di Salerno “città turistica”?

In primis occorrerebbe partire da un concetto fondamentale. Vogliamo un turismo “di stagione” o “destagionalizzato”? La partita del turismo si gioca su questa differenza.

Ce ne parli nel dettaglio

Sfogliando un dizionario mi sono imbattuto nel vocabolo “Destagionalizzare” ed ho scoperto che ha il seguente significato: “Ampliare la propria offerta turistica, organizzando un evento in un periodo dell’anno diverso da quello in cui comunemente è collocata l’offerta principale. Pratica diffusa, che viene messa in atto soprattutto nelle località balneari”. Continuando a leggere si apprende che “un esempio ampiamente discusso è Viareggio: il Carnevale ha fatto sì che la città oltre ad essere molto visitata nel periodo estivo, goda di un buon numero di turisti anche in inverno”.

A Salerno, invece, città di potenziale turismo costiero e con un patrimonio storico medioevale di tutto rispetto (l’apogeo della “Opulenta Salernum” capitale prima longobarda, poi normanna, sede della più importante Scuola Medica d’Europa e del Mediterraneo cristiano) il paradosso è che quella “destagionalita” è l’offerta turistica primaverile – estiva. Qui è concepito un turismo “inverso”.

Turismo “inverso”. Si spieghi meglio

Ad un osservatore oggettivo non può certo sfuggite che l’offerta turistica sbandierata ai quattro venti da oltre vent’anni è unicamente incentrata su kermesse tipicamente invernali: “Luci d’Artista” e, a volte “Mercatini di Natale” tipici delle città mitteleuropee più che mediterranee”.

Sinceramente non comprendo perché una città di mare con un illustre passato da far conoscere ed apprezzare con la bella stagione non venga resa attrattiva che per soli due soli mesi invernali e senza un incoming “internazionale” che sia degno di questo nome.

Quindi mi sta dicendo che l’offerta turistica è lacunosa?

Mi allaccio alle recenti dichiarazioni rilasciate a “Il Mattino” da Mimmo Apicella, docente di Diritto del Turismo presso l’Università di Salerno: quello che colpevolmente, da anni, si propone “è un turismo povero, fatto di persone che hanno semplicemente pernottato ed eventualmente cenato, per poi trasferirsir sulle due coste il giorno successivo” … “non è che considerando gli introiti di pizzerie e friggitorie si possa parlare di record, perché l’indicatore principale è la spesa delle famiglie nei generi che non siano di prima necessità”.

A mio modesto avviso il turismo cittadino va “contestualizzato” con il territorio e la sua naturale vocazione e la città va promossa in maniera diversa non solo come “scalo” per altre destinazioni seppur rinomate. Per avere una filiera turistica credibile occorre porre, al centro dell’Agenda del governo cittadino la  valorizzazione dell’acclarata identità storico-culturale della città e resa fruibile la fascia costiera.

Eppure abbiamo migliorato l’offerta balneare con il completamento dei primi lotti del ripascimento degli arenili

Si è vero ma sembra che sia in fase di stallo per motivi che mi sfuggono e va completato prima che diventi inutile il lavoro fatto sinora ma occhio ai materiali utilizzati. Non mi risulta che sia stata utilizzata sabbia “genuina”. Un’amministrazione deve essere responsabile della gestione della costa anche da questo punto di vista.

Sembra che al recente TTG Travel Experience di Rimini l’amministrazione comunale abbia rivendicato il successo di “Luci d’artista” e che le nuove opere di architettura contemporanea stiano attraendo anche un turismo d’elite.

Ribadisco, qualora ce ne fosse bisogno, che quella delle “Luci d’Artista” non può essere considerata “offerta turistica” ma una rassegna stagionale e che il turismo cd. d’elite sceglie sempre mete ove poter godere di una “vacanza esperienziale” e indimenticabile che, onestamente, è anni luce distante dalla “narrazione” di un “turismo da record” che ci è propinata ciclicamente.

Per mantenere almeno un turismo di massa penserei invece a tirare a lucido i monumenti e le strade, potenziare il TPL, garantire adeguata segnaletica, creare interattività attraverso apposite app, rafforzare l’intermodalità mare – terra dei visitatori affinchè non sia più proibitivo raggiungere – dai vari scali – i monumenti e gli attrattori culturali della città attualmente lasciati all’oblio o al classico “fai da te”.

Insomma con questo andazzo costringiamo i turisti ad “evadere” oltre (Paestum e Costiera Amalfitana) senza aver vissuto appieno l’ “esperienza” Salerno.

Piuttosto che autoesaltarci perché riempiamo le fiere di tour operator dovremmo sforzarci di accogliere degnamente i visitatori tutto l’anno, promuovendo le nostre eccellenze “naturali” e generare reddito.

Ma da più parti, Amministrazione e Rappresentanti di categoria (tra cui Federalberghi) si prevede che in occasione delle “Luci d’Artista” si prevede un “rilancio” dell’economia salernitana

Per me si tratta, come ogni anno, solo di propaganda che non trova riscontro nella realtà.

Abbiamo un castello simbolo della città con stupenda vista sul Golfo totalmente scollegato con vie del mare e vie di terra.

“Mare e Medioevo” le attrazioni tipiche di una città posizionata sulla costa, rinomata per la Scuola Medica più importante dell’Occidente e per la Fiera Mercantile più frequentata del Mezzogiorno, non sono ancora oggetto neanche di promozione turistica “destagionalizzata”. Senza dimenticare che nel 1943 fu teatro di uno storico “Sbarco” che decise le sorti del secondo conflitto mondiale in Europa e che è solo timidamente ricordato in un Museo mai pubblicizzato!

Però quest’anno si prevede un prolungamento della stagione crocieristica e un potenziamento delle vie del mare per consentire ai turisti di visitare le Luci

È ampiamente noto che il turismo crocieristico, garantisce le maggiori entrate all’Autorità di Sistema Portuale ad ogni “toccata” di nave e al concessionario del Terminal Cruse, in quanto per scelte di marketing delle compagnie di navigazione, il flusso dei passeggeri è dirottato altrove e quella di trascorrere del tempo in città è un optional.

Senza parlare di quanto si perde, in termini di indotto economico, sui luxury yachts che approdano al Marina di Arechi e i cui passeggeri non sono “connessi” con il centro.

Bisogna creare un’offerta che si leghi a radici culturali, identitarie e internazionalmente appetibili. Le “Luci” sono solo un companatico legato ad un periodo dell’anno ove ormai si “accende” ogni città del Pianeta non l'”attrazione” che si identifica con la città e costituisce il “motivo. Le confido che l’idea di inserire collegamenti marittimi nel pieno della stagione invernale e per via delle condimeteomarine instabili mi lascia perplesso. La stagione crocieristica viene programmata con un anticipo di due anni e non è certo una rassegna quello che attira visitatori provenienti dall’altra parte del Globo ma il territorio e l’esperienza sui generis che da esso promana. Purtroppo su questo bisogna ancora lavorare tanto se vi è la volontà politica. A proposito di “potenziamento” altro paradosso è che in quel periodo la nostra metropolitana (colpevolmente a singhiozzo e inutilizzabile di sera durante la stagione estiva) “magicamente” funzionerà anche nelle ore notturne!

Insomma qual è la ricetta per la città turistica?

Non sono certo io a dover indicare una soluzione. Ma è evidente che certe strade “poco virtuose” non sono più percorribili. Cosa mostriamo a chi viene a Salerno? Artificialità e non Identità. Bisogna attrarre turismo internazionale non solo valorizzando il nostro patrimonio storico e culturale con iniziative lungo tutto il corso dell’anno. Piuttosto che puntare a “eventi straordinari” bisogna garantire l’ “ordinario” potenziando le infrastrutture e i trasporti, limitare l’utilizzo dell’automobile per evitare code e caos che non giovano al commercio, assicurare la pulizia del verde pubblico e delle strade soprattutto durante la stagione primaverile ed estiva. E aggiungo che se vogliamo puntare sulla nostra risorsa più importante, un suggerimento potrebbe essere quello della creazione di un Assessorato al Mare e alle attività portuali nonché collegare il comparto della Blueconomy con la scuola e con il mondo universitario. Inoltre una best practice potrebbe essere quella di incentivare non solo i visitatori ma anche i salernitani a riscoprire la città dove sono nati affinché possano diventare i primi “turisti a casa propria”: la loro “meraviglia” dovrà essere contagiosa per chiunque visiterà questa città giungendo con una nave da crociera, uno yacht privato, un aereo o un treno. A partire dalle scuole fino alle aule consiliari questi dovranno essere temi strategicamente connessi allo sviluppo economico ed occupazionale.

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