Bicchielli: “Ripagheró la fiducia dei cittadini. Una vittoria frutto di passione e dedizione mai spente”

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Una vittoria oltre ogni aspettativa. Quello di Pino Bicchielli è un exploit senza precedenti da anni nel collegio salernitano da parte di un candidato di centrodestra. Ciò che sembrava impossibile alla coalizione guidata composta da Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Noi Moderati è invece accaduto. Ma, dopo i festeggiamenti, Bicchielli è già al lavoro per far fruttare l’eccezionale e, per certi versi, inatteso, risultato conseguito contro il centrosinistra. Con una promessa al suo elettorato: non abbandonerà Salerno.Onorevole Bicchielli, aveva già in passato provato a diventare parlamentare ma senza riuscirci. Stavolta, ed al di là di ogni attesa, il collegio di Salerno l’ha premiata. Si aspettava questo risultato o credeva che la sua sarebbe stata l’ennesima candidatura di servizio di un centrodestra ancora una volta sconfitto, al contrario di come poi si è rivelato?

“Come ogni volta, ho affrontato la battaglia credendoci fino in fondo. E come ogni volta non ho subordinato alla certezza di un successo il mio impegno. Il fatto che il mio percorso politico sia stato attraversato anche da candidature infruttuose, e che queste non abbiano scalfito di un millimetro la mia dedizione, è prova di una passione autentica. Per completezza va anche detto che con questa legge elettorale a competere nei collegi uninominali sono le coalizioni e non solo i candidati, non essendo consentito il voto disgiunto. E oggettivamente la coalizione che ho rappresentato, il centrodestra, non aveva nelle vele un vento sfavorevole. Ma resta il fatto che si trattava del collegio di De Luca, con il vice di De Luca candidato come avversario nell’uninominale e il figlio capolista nel proporzionale. Insomma, non una situazione da stare proprio tranquilli… Ma come vede ce l’abbiamo fatta. E anche bene. Direi che sono altri che dopo questi risultati dovrebbero porsi più di qualche interrogativo”.

La città è stanca di De Luca o si tratta della solita discrepanza tra voto amministrativo e voto politico?

“Le diverse votazioni hanno ciascuna le proprie peculiarità, è certamente vero. Ma quando l’elettorato si pronuncia in modo così forte e chiaro non si può attribuirne la ragione al differente tipo di voto. Guardi, io sono partito da Salerno trent’anni fa per costruire il mio futuro professionale. E quando sono andato via qui c’erano De Luca e Bonavitacola che facevano il bello e il cattivo tempo. Trent’anni dopo, da candidato, l’unica differenza che ho trovato è l’aggiunta del figlio di De Luca. Ora, se ho percepito io la cappa di un sistema di potere opprimente, vuole che ciò non abbia influito sulle scelte degli elettori che questo sistema lo respirano ogni giorno da decenni? Insomma, non credo che le letture politiciste siano sufficienti a spiegare quello che è successo nelle urne”.

Se, da un lato, il risultato è particolarmente positivo per la coalizione, ed in particolare per il primo partito del centrodestra, ovvero Fratelli d’Italia, la situazione per Noi Moderati non sembra essere particolarmente lusinghiera. Cosa non ha funzionato?

“Sapevamo che mettere in campo un simbolo totalmente sconosciuto – e possiamo dirlo, neanche particolarmente bello – a un mese dal voto, in pieno agosto e con la par condicio già a disciplinare gli spazi informativi, sarebbe stata una sfida tutt’altro che semplice. Aggiunga le caratteristiche di una campagna molto polarizzata che di certo non agevola una forza centrale, moderata, che punta sul pragmatismo e sulla concretezza di proposte realizzabili più che sulla comunicazione a effetto… La verità è che le iniziative politiche e le ottime esperienze amministrative che si sono aggregate per dar vita a ‘Noi Moderati’ non sono state sufficienti a ‘politicizzare’, come è necessario in elezioni di questo tipo, il simbolo e il messaggio. Comunque questa tornata ci ha confermato ottime basi di radicamento in diversi territori strategici. Lo sa che anche FdI partì dall’1,96? Non mettiamo limiti alla provvidenza…”.

Quale sarà la prima azione che farà in parlamento a favore della città e del suo circondario?

“La mia prima proposta di legge sarà una riforma per un welfare più vicino ai bisogni delle famiglie e per un mercato del lavoro più flessibile all’ingresso e inclusivo per giovani, donne e over 50 che hanno perso il proprio impiego. In una società come quella meridionale, che ancora crede nelle relazioni familiari e nella centralità della persona, quello occupazionale è un problema che investe la dimensione non solo economica. Sempre più donne sono costrette a scegliere tra lavoro e famiglia. Fasce sempre più ampie della società vengono escluse dal mondo produttivo. E sempre più vasto è l’ambito che viene risucchiato nel buco nero del lavoro sommerso. Strutturare in maniera differente il mercato del lavoro, intervenire in senso positivo sulla tassazione cominciando ad esempio con l’abbassare il cuneo fiscale, codificare la galassia sotterranea dei servizi alla persona – dalla collaborazione familiare e domestica a nuove forme di assistenza, come ad esempio quella tecnologica o quella burocratica -, agevolando sia chi li presta che chi ne fruisce, sarebbe un primo fondamentale passo verso una società che premia lo sforzo e incentiva le opportunità. Ma badi bene che si tratta solo del primo disegno di legge. Altri seguiranno, in queste settimane ho raccolto idee per una legislatura intera…”.

Come organizzerà la sua vita per conciliare l’impegno sul territorio salernitano con quello romano?

“Sarò un vero parlamentare di collegio, sia a Salerno che a Roma. E di certo non seguirò il modello ‘prendi i voti e scappa’. Anche perché, non essendo certo un paracadutato ma un salernitano doc, i miei concittadini saprebbero benissimo dove venirmi a cercare per sottopormi le loro istanze se io non garantissi la mia presenza… Ma questo pericolo non c’è. Noi siamo un partito del territorio e abbiamo sempre puntato fortemente sul radicamento. A questo valore in fondo devo anche la mia elezione, perché Gaetano Quagliariello ha lasciato che fossi io a candidarmi nel collegio di Salerno per non vedersi paracadutato qui da un territorio completamente diverso nel quale aveva operato negli ultimi anni. La mia vita cambierà, ma non c’è orgoglio più grande che servire la mia terra nelle istituzioni. Ripagherò la fiducia dei cittadini”.

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